Salvatore Aronica, ex calciatore del Napoli dal 2008 al 2013 con un passato anche tra le fila della Juventus, ha rilasciato in esclusiva ad IamNaples.it le seguenti dichiarazioni in vista della doppia sfida ravvicinata (tra campionato e Coppa italia) che vedrà contrapposti proprio gli azzurri di Sarri ed i bianconeri di Massimiliano Allegri:
Ha esordito in Serie A con la maglia bianconera contro la Sampdoria il 15 febbraio 1998, vincendo anche due Scudetti con la Juventus: al di là dell’unica presenza collezionata in bianconero, quanto fu importante quel biennio trascorso a Torino per la crescita di Salvatore Aronica?
“L’esperienza di Torino è stata fondamentale per gettare le fondamenta della mia carriera tra i professionisti: in precedenza, avevo conosciuto soltanto il calcio dilettantistico ed avere la possibilità di allenarmi con campioni nonché professionisti di grande serietà come Del Piero e Zidane mi ha aiutato tantissimo in termini di crescita, calcistica e non. Ricordo con particolare emozione l’esordio in Serie A con Lippi allenatore, ma anche le panchine in Champions League: per un ragazzo di 17 anni, del resto, anche quello era un sogno”.
Nonostante la partenza di Higuaìn, lo sciagurato infortunio di Milik e gli impegni di Champions League, il campionato del Napoli finora può essere certamente considerato positivo, con gli azzurri che distano appena 2 punti dalla Roma e dunque dal secondo posto: in cosa può ancora migliorare la squadra, anche in vista della prossima stagione?
“La cessione del Pipita è stata certamente un duro colpo e l’infortunio dell’attaccante polacco poteva in parte compromettere il campionato azzurro, ma il Napoli sta disputando un’ottima stagione, confermandosi tra i top club della Serie A. Ritengo che con qualche innesto – soprattutto in difesa e a centrocampo – che vada ad incrementare il valore complessivo della rosa dal punto di vista tecnico, il Napoli possa ulteriormente dare del filo da torcere alla Juventus nei prossimi anni”.
Tornando al presente, domenica si disputerà al San Paolo proprio il big match di campionato tra Napoli e Juventus – al quale farà seguito dopo pochi giorni anche la partita d’andata delle semifinali di Coppa Italia tra le due squadre: cosa si aspetta da questa doppia sfida? Come si può affrontare al meglio la Juve dal punto di vista tattico?
“Ritengo che la gara di campionato possa essere importante per i bianconeri per consolidare il primato e dare continuità ai risultati; d’altra parte, per il Napoli la sfida del San Paolo può risultare fondamentale per conquistare il secondo posto o comunque per restare in scia alla Roma. Per quanto riguarda la Coppa Italia, il match di martedì sera sarà sicuramente complesso per gli uomini di Allegri, che però sono un po’ più abituati a disputare gare del genere. Penso che Sarri abbia intenzione di confermare Mertens al centro dell’attacco, con Insigne e Callejon nel ruolo di esterni offensivi; a mio parere, inoltre, il tecnico azzurro darà particolare importanza alla motivazione dei suoi uomini e, in generale, all’aspetto agonistico”.
Che tipologia di accoglienza si aspetta per l’ex azzurro Higuaìn, che tornerà per la prima volta al San Paolo dopo il suo trasferimento in bianconero?
“È risaputo che il pubblico partenopeo sia particolarmente caloroso e che dimostri molto affetto ai calciatori del Napoli: Higuaìn è un campione, ha dato tanto alla maglia azzurra, ma ha anche ricevuto tanto e questo non va dimenticato. Prevedo ovviamente che venga fischiato – del resto, anche i fischi fanno parte del gioco –, ma saranno soprattutto fischi d’amarezza, che non cancellano minimamente i ricordi e i bei momenti vissuti insieme soprattutto nella scorsa stagione”.
Con la maglia azzurra ha conquistato una Coppa Italia nel 2012, battendo in finale proprio la Juventus grazie ai goal di Cavani ed Hamsik: al di là del percorso di crescita avvenuto in ogni reparto, quanto era diverso il Napoli di Mazzarri da quello attuale?
“Il Napoli di Mazzarri era ancora una squadra in costruzione, composto da ‘gregari’ come me, Campagnaro, Cannavaro, e da qualche campione come Cavani e Lavezzi. Negli ultimi anni, la società ha investito molto ed il club è cresciuto vistosamente, dunque può contare su calciatori di maggiore qualità e può vantare un leader di grande esperienza come Pepe Reina; d’altro canto, il gruppo che vinse la Coppa Italia nel 2012 era affamato, aveva tantissima voglia e soprattutto era autenticamente coeso”.
A cura di Mariano Menna
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