Massimo Agostini, ex attaccante noto a tutti come ”Condor”, una vita al servizio del gioco del calcio, ha concesso alla redazione di IamNaples.it, riflessioni in vista della gara di domani tra Cesena e Napoli. Dagli albori in quel di Cesena, dove ha mosso i primi passi, fino a Roma, Milano (sponda Milan) e Napoli passando per Parma, Ancona e Ravenna per poi finire a San Marino. Dopodichè l’inizio di una nuova gioventù con l’approdo nel beach soccer. Dopo l’esperienza sulla sabbia la panchina del Riviera di Romagna, squadra impegnata in Serie A nel campionato femminile di calcio.
Una vita al Cesena. Cosa significa per lei?
”Per me e per i tifosi significa tanto, il Cesena è la squadra della mia città e spero che resti in serie A. Da qui sono partito ed è normale che ci tenga particolarmente. Tengo però anche a tutte le squadre in cui ho militato”.
Ricordi della permanenza a Napoli?
”A Napoli ho trascorso 2 anni magnifici, dove la mia famiglia si è trovata bene, e dove mia figlia ha iniziato la scuola. Sono andato via dispiaciuto ma il calcio è così, ho dovuto lasciare per tornare a Cesena”.
Lei porta ”addosso” il soprannome ”Condor”. Quando e perchè gli è stato attribuito?
”Era la stagione 1983/1984. Il Cesena era in B, io muovevo i primi passi nel calcio che contava. Patrizio Sala che proveniva dal Torino vedendomi correre dietro ad ogni pallone negli allenamenti mi attribuì questo soprannome che porto ancora con orgoglio”.
Domani alle 18.00 è in programma Cesena-Napoli. Che situazione stanno vivendo i romagnoli?
”Con l’avvento di Mimmo Di Carlo in successione a Bisoli, si sta vedendo qualcosa di nuovo. Per arrivare alla salvezza c’è bisogno di lavorare e tanto. Il mercato regalerà 2/3 innesti che spero si rivelino azzeccati per restare in A”.
Punta alla panchina del Cesena?
”Cesena è dentro di me. Spero di trovare una panchina, così da fare almeno un paio d’anni di esperienza e poi chissà, magari corono il sogno di allenare i bianconeri”.
Ha giocato nel calcio a 11, a beach soccer ed allenato nel campionato femminile di calcio. Quali sono le differenze?
”Faccio prima a trovare qualcosa in comune: si gioca con un pallone. Il calcio a 11 è quello che si può definire ”vero”. Il beach l’ho praticato, l’ho allenato, è diverso dal calcio perchè il pallone meno rimbalza e meglio è. C’è una diversa preparazione atletica perchè la sabbia non è come un campo di calcio normale in erba. E’ stata un’esperienza importante, incontri gente di ogni tipo, è uno sport di stampo dilettantistico e mi sono trovato ad allenare persone che si dedicano a quest’attività dopo il lavoro. Il calcio femminile è un mondo nuovo, in Serie A ci sono giocatrici professioniste. Rispetto al calcio maschile, agonismo ed intensità sono minori. Anche lì ho compiuto un buon lavoro. Mi sono impegnato e divertito in tutte le esperienze che ho fatto e ognuna mi ha lasciato qualcosa”.
Gabbiadini per rinforzare il Napoli. Basterà per arrivare al 3° posto, obiettivo dichiarato, o serve ancora altro?
”Manolo è un calciatore di prospettiva. In un mondo dove a contare è il nome, è tanto vedere 1000 persone ad attenderti all’aeroporto. E’ un gesto importante da parte della città, dei tifosi e acquisti come il suo servono a portare gioventù nel calcio”.
Domani chi vince?
”Sulla carta il segno ”2” del Napoli è scontato. Nei 90 minuti il Napoli avrà la meglio ma dopo la sosta lo scherzetto è dietro l’angolo. Spero in una disavventura della squadra azzurra. Per le blasonate è più difficile riprendere a giocare perchè la mentalità e l’attenzione possono non essere al 100% mentre chi deve salvarsi di solito è già pronto”.
E lei tifa…
”Per il Cesena, però simpatizzo per il Napoli. Vorrei finisse in pareggio ma so che servirebbe a poco ad entrambe le squadre. Ai padroni di casa un punto potrebbe far comodo solo per ”respirare” mentre al Napoli ancora meno perchè dovrebbe sfruttare i turni difficili in cui sono impegnate Roma e Juventus”.
A cura di Salvatore Garofalo
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