L’approccio psicologico è la chiave di ogni match, l’ho sostenuto dopo la sconfitta contro il Chievo, la peggior partita del Napoli in questa stagione, e lo ribadisco al cospetto della miglior prestazione degli azzurri, insieme al colpo di Marassi contro la Sampdoria. Troppo spesso si riduce al dispendio di energie fisiche il problema degli incontri ravvicinati, invece soprattutto per il Napoli l’esito delle sfide è influenzato dalla capacità di reggere la concentrazione per il più lungo periodo possibile.
Gli azzurri non compiono un possesso palla prolungato, quando rallentano il ritmo diventano prevedibili, quindi per essere pericolosi soprattutto in fase offensiva devono spingere sempre il piede sull’acceleratore. La trazione offensiva espone gli uomini di Mazzarri al rischio delle ripartenze ed, infatti, tutta la squadra deve essere sempre concentrata per ripiegare e mantenere le posizioni e la giusta distanza tra i reparti. L’intensità, la capacità di non mollare mai anche quando, come contro il Palermo, la palla non vuole entrare in rete, sono le qualità più entusiasmanti che hanno messo in mostra gli uomini di Mazzarri nella vittoria del San Paolo. Bisogna sottolineare anche il lavoro tattico compiuto dal tecnico del Napoli, che ha preparato con meticolosità la gara contro un allenatore che stima molto come Delio Rossi. L’allenatore della compagine siciliana ha fatto un po’ come Mourinho in Barcellona-Real Madrid, ordinando alla sua squadra di aspettare il Napoli e poi ripartire, cercando di usare i movimenti tra le linee di Pastore ed Ilicic e la velocità di Miccoli per sorprendere la retroguardia partenopea.
Come per i galacticos contro i blaugrana, la tattica non ha funzionato perché il Napoli ha surclassato gli avversari, costringendoli a trovare gli spazi per ripartire. Soprattutto nei primi venticinque minuti, la compagine partenopea non ha dato agli avversari la possibilità di uscire dalla propria metà campo, compiendo azioni prolungate che hanno infiammato il pubblico del San Paolo. Ciò è successo innanzitutto perché la squadra è scesa in campo con il giusto approccio mentale, ma anche perché tatticamente tutto è stato impostato con estrema intelligenza. Grava era l’uomo che usciva su Miccoli ed ha così annientato il “Romario del Salento”, Gargano ha evitato spesso le sue “fughe in avanti” e con Pazienza ha travolto in fase d’impostazione, con l’aiuto di Hamsik, che rientrando creava la superiorità numerica, Nocerino e Migliaccio, ma soprattutto ha annullato le possibili giocate di Pastore ed Ilicic.
Delio Rossi ha provato a guadagnare peso offensivo, inserendo Maccarone al posto di Miccoli, provando così a strutturare qualche nuova variante tattica, con l’utilizzo degli esterni Cassani e Balzaretti. Il primo, nonostante Dossena non abbia brillato, non è stato molto propositivo, il secondo è stato surclassato da uno straordinario Christian Maggio. L’ex doriano, prima di realizzare il gol della vittoria, ha sprecato qualche occasione, ma ha brillato per l’intensità e la costanza. Abbiamo nuovamente ammirato le continue sgroppate sul fondo del terzino del Napoli, che ha anche accompagnato con miglior sorte del solito la fase difensiva, Sulla fascia destra insieme a Grava ha bloccato qualsiasi attacco rosanero. Quanti cross, quante occasioni sono passate per i piedi di Christian Maggio, il Napoli ha ritrovato la sua arma letale sulla fascia destra. Delio Rossi ha preferito schierare il centrocampo muscolare piuttosto che rischiare Liverani, che veniva da un infortunio, una distrazione muscolare al gemello mediale della gamba destra, che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per un mese e mezzo. Al Palermo è mancata proprio la capacità dell’uomo che a centrocampo comprende il momento di difficoltà della sua squadra ed abbassa il ritmo, fa circolare il pallone e respirare i suoi compagni.
Gli uomini di Mazzarri hanno intuito il limite dei rosanero ed hanno attuato un pressing molto alto, schiacciando così gli avversari nella propria metà campo e costringendoli anche a compiere molti errori. L’equilibrio tattico era così consolidato che anche i nuovi entrati, Vitale, Yebda e Dumitru, hanno subito assimilato i loro compiti nel match. Una vittoria trovata all’ultimo secondo, così come a Cagliari, che ci proietta nelle zone alte della classifica, al terzo posto a pari punti con la Juventus. L’unica nota stonata della serata è stata l’infortunio di Lavezzi, che rischia di saltare anche l’importantissima partita contro la Steaua Bucarest del 15 Dicembre.
Ciro Troise
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