Lo sosteniamo da parecchie settimane senza ipocrisia: in un campionato equilibrato e con un Napoli in corsa per lo scudetto, pur avendo un organico con un monte ingaggi quattro volte inferiore alle milanesi, per competere per il sogno è necessario il peso politico, essere rispettati e considerati come una grande. Gli azzurri ne hanno subiti di tutti i colori; dall’espulsione di Pazienza in Napoli-Milan ai due rigori non assegnati in Napoli-Brescia, si possono contare un numero consistente di errori arbitrali che hanno danneggiato la compagine partenopea.
A Milano blaterano, dicono che Mazzarri non si lamenta più, perché questa squadra giovane e sbarazzina, che mette il fiato sul collo al Milan e che comincia anche a non essere più penalizzata, dà fastidio. Anche il Napoli di Maradona, nell’anno del secondo scudetto, ha avuto bisogno dell’abilità diplomatica dei suoi dirigenti per portare a casa il tricolore; basta ricordare l’episodio della monetina di Alemao.. E’ De Laurentiis l’anima del “Napoli dei sogni”; da persona intelligente ha fiutato, dopo la sfida al San Paolo contro il Brescia, il momento per colpire il sistema calcio con un discorso pungente, che ha lasciato il segno. L’espressione “Genoveffe” è stata memorabile ed ha fatto tremare chi regge il mondo del pallone, che ha bisogno dell’entusiasmo di una piazza che dà tanto in termini di risorse al calcio italiano. Prima dell’attacco del presidente nel dubbio era scontato decidere contro il Napoli, oggi non è più così. Questa considerazione, che indica un diverso modo di trattare gli azzurri, non significa che il Napoli sia stato favorito. Analizzando l’arbitraggio di Banti, l’unico torto subito dalla Lazio è il gol di Brocchi, ma dopo un minuto Aronica ha restituito il favore con l’autogol. Il rigore è sacrosanto e chi lo mette in discussione dovrebbe provare a vedere altri sport; non è scritto da nessuna parte che bisogna parlare tutti di calcio. E’ stato confermato da tutte le immagini che Cavani, in occasione del quarto gol, scatta in posizione regolare. Il primo ad ammetterlo è stato Reja con la signorilità che lo contraddistingue. Una partita, anche dal punto di vista arbitrale, va analizzata nel complesso, a differenza di quanto succede nei salotti televisivi, che seguono il vento delle polemiche per ragioni di audience. Gonzalez per buona parte dei novanta minuti più recupero ha eseguito il compito di fare falli da dietro su Lavezzi ed è riuscito a non essere espulso; il centrocampo laziale applicava la prassi del fallo sistematico proprio a causa del buonismo nell’uso dei cartellini da parte dell’arbitro Banti.
De Laurentiis è riuscito a proteggere la squadra ed il suo allenatore, etichettato come “lamentino” al Nord, che così hanno avuto la possibilità di pensare solo a compiere il proprio lavoro con serenità. Così gli azzurri hanno portato a casa tre vittorie consecutive contro Parma, Cagliari e Lazio; tutte partite difficili, che ad un certo punto sembravano compromesse, ma che il cuore, l’intensità e la straordinaria condizione atletica di questa squadra hanno fatto in modo di poter giocare ancora per il sogno e soprattutto di consolidare la prospettiva della qualificazione in Champions League. Al “Tardini” si è vinto in rimonta, contro il Cagliari non era scontato, dopo il pareggio di Acquafresca, non abbattersi e ripartire con determinazione; contro la Lazio di Reja non è da tutti recuperare prima lo 0-2 e poi ribaltare il risultato dal 2-3 al 4-3. E’ necessario innanzitutto un cuore grosso quanto il San Paolo, che ha trascinato i propri beniamini anche nei momenti più difficili, ma anche la personalità e la grinta che Mazzarri ha comunicato al suo gruppo.
Messo in cassaforte il legittimo entusiasmo per la gara più emozionante del Napoli di De Laurentiis, Mazzarri ha il compito di lavorare su ciò che non ha funzionato e che ha fatto in modo che la Lazio fosse così vicina ad espugnare il San Paolo. La squadra, al cospetto del primo caldo, è calata un po’ dal punto di vista fisico, ma soprattutto nella tenuta della concentrazione. I primi due gol biancocelesti sono frutto di una dormita della retroguardia, con responsabilità di Cannavaro, che non ha guidato in modo appropriato il suo reparto in queste occasioni. Il terzo gol è un infortunio di Aronica, ma anche in quel caso il capitano partenopeo, tra i migliori in tante partite, ha commesso il solito errore di lasciare troppi metri a Zarate. I biancocelesti nel primo tempo hanno anche sprecato con Mauri e proprio con l’argentino altre due palle gol, frutto sempre di gravi disattenzioni difensive. Abbiamo visto un Napoli a tratti, che ha avuto il predominio nei primi venti minuti, costruendo due occasioni con Dossena ed Hamsik. Mazzarri ha anche trovato la strada per mettere in crisi la retroguardia biancoceleste, allargando spesso Lavezzi sulla sinistra, nella zona occupata da Liechsteiner, e non dando punti di riferimento con i movimenti di Hamsik. E’ uscita poi fuori la Lazio ed il Napoli ha sofferto sia nel contenere che soprattutto nell’impostare, non riuscendo a tenere il ritmo alto con Pazienza e Yebda. E’ stato molto utile poi l’ingresso di Gargano. Fino al secondo gol la compagine di Reja è stata complessivamente superiore, poi abbiamo visto il vero Napoli, quello che quando reagisce agli schiaffi diventa irresistibile. Maggio e Dossena sono state due spine nel fianco; Mascara, finalmente schierato con il compito di puntare alla porta, ha dato un grande contributo e Lavezzi ha scompaginato continuamente gli equilibri.
Il Napoli dell’ultima mezz’ora dimostra che il caldo ha prodotto i suoi effetti, anche a causa dell’orario pazzesco, però il problema consiste nell’approccio psicologico. La banda Mazzarri deve limitare i cali di concentrazione e giocare sempre con grande fame e contestualmente imparare a gestire al meglio le situazioni in cui non riesce ad esprimersi al massimo. Questi accorgimenti sono fondamentali per vivere al meglio queste sette finali. L’entusiasmo dettato dalla “leggerezza dei sogni” può essere un’arma decisiva; le emozioni provate domenica al San Paolo sono indescrivibili, è impossibile trasmetterle completamente. I napoletani sognano e sono pronti, comunque vada, a ringraziare lo stesso i propri beniamini; adesso, però, bisogna giocarsela fino alla fine.
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro