Buona la prima per gli azzurri. Il Napoli visto a Cesena non è stato perfetto, ma oltre ai tre punti, la prestazione è più che soddisfacente, considerando che la prima di campionato contro un avversario ostico.
L’episodio dell’espulsione di Benaoulane ha sicuramente influito sull’economia del match, costringendo il Cesena a rintanarsi nella propria metà campo senza trovare più gli sbocchi per ripartire, ma anche nella prima frazione di gioco si sono visti segnali incoraggianti. Inler ha accresciuto molto la qualità del centrocampo, Dzemaili ha mostrato le sue qualità nel pressing, con una prova di grande applicazione tattica, ma deve ancora crescere sotto il profilo della copertura degli spazi, migliorando gli automatismi nella gestione dei tempi tra la fase difensiva e quella di proposizione.
A Manchester potrebbe essere utile Gargano, che con il suo dinamismo può contrastare in maniera più efficace i movimenti di Silva e Nasri, le fonti di gioco della compagine di Mancini, molto capaci nel non dare punti di riferimento e nell’imbeccare sia le punte che le ali Milner e Johnson. La ricetta per ben figurare in terra inglese è copertura spasmodica degli spazi e grande corsa dei centrocampisti per inseguire i movimenti dei talentuosi giocatori della corazzata di Mancini; in fase offensiva Lescott e Kompany sono lenti e la velocità di Lavezzi ed i movimenti tra le linee di Hamsik possono fare molto male.
Dalla gara di Cesena si possono trarre considerazioni importanti in merito allo stato del percorso di crescita, espressione che tanto piace a mister Mazzarri.
Lavezzi al “Manuzzi” ha dimostrato che, svincolandosi dal ruolo di fonte di gioco, grazie alla qualità di Inler nella gestione del possesso palla, può essere più lucido e letale nei suoi magici spunti. I suoi limiti sotto porta sono cosa nota, come dimostra il gol fallito dopo la triangolazione con Santana nel primo tempo, ma la grande voglia del “Pocho” di far vedere al mondo, nell’anno della Champions e dopo la fallimentare esperienza in Coppa America, di essere un top player a tutti gli effetti, può essere un’arma in più per gli azzurri. Il gruppo ha già incluso i nuovi e sembra molto solido, ma di questo ce ne eravamo già accorti a Dimaro. Sono stati bravi poi Mazzarri e lo staff tecnico a far scivolare via il “caso Lavezzi”. La prova di Campagnaro è stata davvero entusiasmante; l’argentino è in grande condizione ed ha dimostrato di aver metabolizzato il grave incidente estivo. La crescita qualitativa del centrocampo fa sì che il Napoli giochi a memoria, l’innesto di Hamsik poi ha dato alle geometrie consolidate quel tocco necessario d’imprevedibilità e fantasia.
Ciò che non ha funzionato a Cesena era prevedibile ed appartiene all’enigma irrisolto della fascia sinistra. Per tutta la campagna acquisti abbiamo invocato l’arrivo di un’alternativa a Dossena che non è arrivato, a causa anche dell’infortunio di Britos e della cessione di Ruiz L’esterno di Lodi non garantisce i 90 minuti nell’esercizio dispendioso di coprire tutta la fascia. Le sofferenze di Cannavaro su Mutu e di Aronica su Eder hanno ricordato lo storico problema della difesa a tre partenopea nel bloccare gli attaccanti rapidi che non danno punti di riferimento. Ricordo ancora i problemi creati dallo sgusciante attaccante partenopeo Gaeta della Vis Pesaro al primo anno di C e questa situazione non è stata ancora del tutto risolta. A destra Campagnaro risponde in pieno all’identikit del difensore che vuole Mazzarri: veloce, capace di uscire palla al piede dalla propria area di rigore e bravo a coordinarsi con l’esterno (Maggio) nei movimenti. Fernandez è un ottimo giocatore, ha personalità, prova anche l’anticipo, e dispone dell’aggressività e della personalità richiesta da Mazzarri ai propri difensori. Dà il meglio di sé come centrale destro, non è pronto per il ruolo di vice-Cannavaro, in cui è stato designato Aronica dai tempi di Dimaro. Una soluzione che il tecnico di San Vincenzo proverà spesso è Fernandez a destra e Campagnaro a sinistra, oltre alla difesa a quattro vista nel finale a Cesena. A sinistra Britos, una volta assorbiti i meccanismi della difesa a tre (apprendimento che ha bisogno del suo tempo), poteva sicuramente elevare il livello riguardo alla velocità ed alla tecnica, ma bisogna aspettare il suo recupero. E’ arrivato Fideleff, un difensore arcigno, roccioso, da compagine che lotta per la salvezza piuttosto che per la Champions; così il Napoli affronterà il girone di Champions con Aronica, in scadenza nel 2012 e vicinissimo al Bologna a Luglio. Probabilmente Fideleff, classe ’89, sarà l’alternativa a Britos, con Aronica nel ruolo di potenziale vice-Cannavaro, possibilità ancora più plausibile in vista della prossima stagione, considerando che le trattative con il suo agente Alessandro Moggi per il rinnovo del contratto del “pupillo di Mazzarri” non sono mai decollate. In attacco Mazzarri deve riflettere sull’impiego di Santana; l’argentino, a parte le difficoltà atletiche, a destra è molto più efficace che sulla sinistra, dove ricorda lo stesso equivoco tattico di Zuniga.
Grandi manovre anche nel settore giovanile; dopo che è sfumato Molon del Padova nel ruolo di responsabile del vivaio per suoi problemi personali, De Laurentiis dimostra che vuole affidare il progetto della “scugnizzeria” a persone che conoscono i migliori modelli presenti in Italia; perciò è stato contattato il responsabile degli osservatori dell’Empoli Andrea Innocenti.
Ha cominciato la stagione solo la Primavera di Sormani, che, dopo aver ben figurato al Torneo “Tirreno e Sport”, dove è stata sconfitta dalla Lazio per 2-1, ha debuttato con un pareggio per 2-2 a Crotone. Mercoledì nel primo turno eliminatorio di Tim Cup contro il Catania ci sarà l’inserimento di Dezi, che sta lavorando con il supporto del medico De Nicola sulla formazione della massa muscolare, e poi si attende anche Mellone, attaccante classe ’94 prelevato dal Padova. Nel prossimo weekend inizieranno la stagione anche la Berretti e gli Allievi Professionistici di Cusano, rispettivamente in trasferta contro la Nocerina ed in casa con il Sorrento.
A cura di Ciro Troise
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