I conti a posto frutto della capacità di anticipare il fair play finanziario senza pregiudicare la qualità della rosa, la Champions League conquistata dopo ventuno anni, l’intera struttura societaria che migliora complessivamente, dallo scouting al settore giovanile. Tutto in uno scenario teorico sembrerebbe stimolare una promozione a pieni voti, la conferma di tecnico, squadra e dirigenti e, invece, la stagione 2011-12 è cominciata con una giornata tribolata. Un 23 Maggio che ricorderemo a vita per i continui colpi di scena che ha regalato. La storia raccontata è il dissidio De Laurentiis-Mazzarri, che sembrava ormai portare ad un licenziamento dell’attuale tecnico e all’approdo di Gasperini sulla panchina del Napoli, prima di un improvviso dietrofront ancora però non ufficiale (mentre scriviamo).
Avevamo già sostenuto che Mazzarri avesse sbagliato la linea comunicativa anche dal punto di vista dei suoi interessi, non solo di quelli del Napoli, che ha dovuto soffrire di più per conquistare l’agognato punto che ha dato l’accesso diretto alla Champions League.
Il tecnico toscano doveva risolvere i dissidi con De Laurentiis all’interno delle segrete stanze della società e non farli capire a tutti attraverso le dichiarazioni sibilline, che avevano come unico scopo tenere le porte aperte per l’interesse reale della Juventus e per un possibile sondaggio della Roma.
Il rapporto aveva subito degli intoppi già da tempo, a cominciare dall’intromissione del presidente nella guida tecnica dopo la partita contro il Milan. In quel momento è nato il confronto che ha prodotto il gelo tra i due; infatti, il tecnico chiedeva una svolta alla campagna acquisti con l’approdo in Champions League, confermata poi dalle parole ai microfoni di Sky dopo Napoli-Genoa: “Per la Champions servono due giocatori di qualità per ruolo” .
De Laurentiis, invece, prevedeva un piccolo aumento al monte ingaggi, ma proponeva un mercato sulla stessa filosofia di quelli precedenti, puntando su giovani da lanciare. Il rapporto si era già incrinato ed i due dovevano evitare di mettere lo scontro in pubblica piazza.
Il primo a non avere quest’interesse era proprio Mazzarri, il più debole nel conflitto ed, infatti, colui che ha perso la partita di poker. Il presidente, mentre il tecnico si sbilanciava con le sue dichiarazioni, aveva già contattato le due possibili alternative: Delio Rossi, nome a lui molto gradito e Gasperini, consigliatogli da più parti. De Laurentiis ha poi scelto di dar retta alle dritte raccolte nel mondo del calcio e non di seguire la propria idea. La mossa decisiva del patron è stata sbarrare le porte a Mazzarri, imponendo agli altri club il rispetto per un tecnico sotto contratto. Una vera e propria guerra di nervi, che ha raggiunto l’apice ieri, quando De Laurentiis ha combattuto tra la rabbia, l’orgoglio ferito e la scelta razionale di trattenere quello che ha definito il miglior allenatore possibile per il Napoli.
Il presidente ha pensato anche ai danni prodotti dalla gestione improntata alla guerra interna degli ultimi mesi della coppia De Laurentiis-Marino, prima di procedere poi al licenziamento del direttore generale e sembrava voler subito cancellare il rapporto al cospetto dei dissidi.
Gasperini nei giorni scorsi era già promesso al Palermo, dove avrebbe ricomposto la coppia col ds Ceravolo; quindi, era insistente anche la voce per cui era aperto anche lo scenario della sostituzione di Bigon con Ceravolo. Bigon sembra essere riuscito a bloccare la sfuriata di De Laurentiis ed a convincerlo a trattenere l’attuale allenatore del Napoli con una grande opera di mediazione. Il presidente De Laurentiis si era anche affidato al pool dei suoi avvocati per procedere al licenziamento senza giusta causa, sostenendo che l’atteggiamento di Mazzarri avrebbe inficiato l’immagine del suo club, apparsa come una terza scelta.
Una battaglia sicuramente complessa dal punto di vista legale e non facile da vincere perché è impostata sul terreno delle interpretazioni. Da più parti si leggeva che Mazzarri potesse rimanere fermo due anni, ipotesi molto difficile viste le grandi qualità del tecnico toscano; infatti, erano già pronte le ipotesi straniere ma soprattutto il Palermo di Zamparini, nel caso di arrivo di Gasperini a Napoli.
De Laurentiis finora ha sempre dimostrato di saper portar fuori il Napoli dai momenti difficili, ma bisogna stare attenti a non rompere il giocattolo perché le cacciate di Marino e Donadoni arrivarono in situazioni difficili. Bisogna saper gestire questa complessa situazione e continuare sulla strada dell’unità d’intenti, che ha come primo tassello la riconferma del tecnico toscano. La principale responsabilità di chi è alla guida di una realtà ben avviata è quella di stare attenti a non rompere il giocattolo. Il resto tocca a voi; l’importante è non perdere mai di vista l’orizzonte principale: il Napoli.
Ciro Troise
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