Nei momenti difficili serve la voce del patron. De Laurentiis ha già dimostrato tante volte di essere capace di farsi sentire quando è necessario, che sia mediaticamente (ricordate gli scontri con gli agenti di Lavezzi e Cannavaro sull’ingaggio o il discorso sulle Genoveffe, ndr) o “in famiglia” a Castelvolturno. Dopo la sconfitta contro l’Atalanta, il presidente ha scelto di parlare con il gruppo facendo delle richieste molto esplicite. E’ stato il primo a sospendere le chiacchiere di mercato per la prossima stagione ed ha chiesto lo stesso ai ragazzi, a Mazzarri e Bigon. Spazio solo ai rinnovi di Hamsik ed Aronica. Mentre pretendeva di abbandonare le distrazioni e concentrarsi solo sul presente, allo stesso tempo prometteva un premio per terzo posto e Coppa Italia, ricordando in cuor suo anche gli avvenimenti della scorsa stagione. Parole chiare che hanno dato un carico di motivazioni al gruppo, prima che proprio il patron partisse per la Cina per questioni che riguardano sia il calcio che il cinema. Gli azzurri, visti contro il Novara hanno mostrato di essere ancora in debito d’ossigeno ma anche di voler affrontare le difficoltà ritrovando il giusto approccio mentale. I limiti dei piemontesi, ormai diretti verso la retrocessione in Serie B, hanno favorito il Napoli nella ricerca della vittoria. Da segnalare positivamente gli evidenti progressi compiuti riguardo alla velocità ed all’imprevedibilità della manovra con il recupero di Maggio; anche Inler ha ritrovato un po’ di respiro nel riconquistare la soluzione dell’appoggio in profondità all’esterno destro di origini venete, mentre preoccupa la sensazione che il Napoli vada a sprazzi, non abbia più la continuità nelle gambe.
Il segnale più importante per gli azzurri è dato dalla mediocrità delle pretendenti al terzo posto: l’Udinese pareggia a Verona grazie ad un rigore fallito da Thereau, una Lazio mediocre dilapida il vantaggio all’Olimpico contro il Lecce in grandissima forma, l’Inter si salva a Firenze grazie a Julio Cesar e la Roma s’arrende alla Juventus senza combattere più di tanto. La lotta per il terzo posto è ancora aperta, ma Mazzarri e lo staff tecnico sanno che tutte le chances a disposizione sono condensate nell’esito delle prossime due complicatissime trasferte contro il Lecce e la Roma. I salentini preoccupano per la grande condizione atletica ed i giallorossi in casa hanno una media punti invidiabile.
Mazzarri prepara due partite diverse: al “Via del Mare” vedremo un Napoli attento innanzitutto a coprire gli spazi, stando attenti alla capacità di inserirsi tra le linee di Cuadrado, Bertolacci e Muriel, mentre a Roma si affronteranno due squadre a viso aperto cercando di far male alla compagine di Luis Enrique soprattutto sulle fasce laterali dove la retroguardia giallorosa mostra delle evidenti crepe.
A fine Aprile è inevitabile parlare anche del futuro, delle strategie per la prossima stagione. Lo Monaco annuncia il suo addio al Catania e lancia messaggi a De Laurentiis; il dg che ha costruito il modello rossazzurro ha avuto dei contatti con il patron del Napoli, raccontati da Iamnaples.it il 29 Marzo scorso (clicca qui per leggere l’esclusiva) e da allora ha messo Napoli in cima ai suoi sogni. Dietro ci sono Fiorentina, Torino, dove, però, si va verso il rinnovo del ds Petrachi, Sampdoria e poi l’Inter, che ha avuto un approccio con Leonardi prima che Ghirardi accelerasse per il rinnovo, e che ancora non può contare su strategie chiare, proprio come il Napoli.
De Laurentiis per il momento ha bloccato tutto, ultimando solo i rinnovi di Hamsik ed Aronica (per quest’ultimo manca solo la firma del patron, arriverà al ritorno dalla Cina). Tutto ruota intorno a Mazzarri, che a Napoli in questi due anni ha svolto un ruolo nettamente più ampio rispetto a quello dell’allenatore: ha condiviso con Bigon le scelte di mercato rispettando i ristretti parametri imposti da De Laurentiis, ha compiuto delle scelte in merito all’organizzazione societaria ed alla comunicazione (Primavera a Castelvolturno al fianco della prima squadra, allenamenti a porte chiuse).
Manca nella struttura societaria un dirigente capace di fare da collegamento, mediazione tra la proprietà e la prima squadra con poteri definiti sul mercato. La figura del ds Bigon non è riuscita ad emergere abbastanza, è mancata la sua autorevolezza nell’indicare una strada chiara, libera dalle contraddizioni dei rapporti tra De Laurentiis e Mazzarri, mai più idilliaci dopo lo scontro dello scorso anno. E’ difficile far conciliare le politiche economiche della società, le richieste di Mazzarri e le proprie idee, soprattutto nel mercato estivo ha prevalso la linea del compromesso a ribasso e soprattutto è mancata l’unità d’intenti.
Tornando ai fatti del momento, De Laurentiis preferirebbe avere ancora Mazzarri, è tutto rimandato agli incontri di fine stagione. Se si troveranno gli accordi, allora il tecnico toscano rimarrà. I fattori sono tanti: i risultati di questo finale di stagione, le prospettive annunciate dal patron e le offerte che pioveranno agli agenti Bozzo e Vigorelli, al lavoro per lui.
A prescindere dai risultati finali, le contraddizioni riscontrate durante la stagione sono tante, la più evidente riguarda Vargas.
De Laurentiis, non avendo gradito il mercato estivo compiuto sull’asse Mazzarri-Bigon a Gennaio (i vari Santana, Donadel, la rinuncia a Trezeguet), piuttosto che lavorare su trattative per migliorare la rosa nel presente, ha ripreso la filosofia del progetto giovane e si è affidato al talent-scout Micheli e all’agente di Lavezzi, Mazzoni, per realizzare un acquisto che sperava eguagliasse il valore dei vari Hamsik, Lavezzi e Gargano.
Mazzarri, con le difficoltà degli impegni distribuiti tra campionato, Champions League e Coppa Italia, ha concesso l’ambientamento a Vargas ma non può garantire di seguire il suo processo di crescita dandogli fiducia e minutaggio. Il cileno è abituato al calcio sudamericano, quello dove si porta molto il pallone, con gli spazi larghi e senza la velocità e l’aggressività che invece caratterizzano le partite in italia. Bisognerebbe applicare un programma graduale per insegnargli il “dai e vai”, le triangolazioni, i movimenti da compiere sul fronte offensivo. Tutto ciò è rimandato alla preparazione estiva, se l’allenatore di San Vincenzo sarà ancora sulla panchina partenopea.
Nel post-partita Mazzarri e Bigon paragonano la sua gestione a quella di Sanchez. Bisognerebbe ricordare loro, però, che Sanchez è rientrato dal prestito al River Plate nel Luglio del 2008 ed è esploso nella terza stagione in maglia friulana, nel 2010-11, ma dopo aver trovato sempre continuità nell’Udinese. Gli uomini di calcio sanno benissimo che per crescere bisogna trovare spazio; ciò a Vargas per il momento non può essere garantito. Tutto rimandato alla prossima preparazione estiva, intanto Mazzarri l’aveva detto: “Vargas? Non lo conosco”
A cura di Ciro Troise
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