A Bologna è sceso in campo il Napoli dei record, con la sicurezza della grande squadra e la personalità che solo la convinzione nei propri mezzi può trasmettere. Il successo al Dall’Ara tinto d’azzurro rappresenta il nono in trasferta, superando ormai definitivamente il record delle sette vittorie delle stagioni 32-33, 86-87, 89-90, quando mancano ancora tre partite da giocare lontano dal San Paolo.
Contro la compagine di Malesani la compagine partenopea ha mostrato dal primo minuto chi era il più forte, anche se soffriva di scarsa incisività in attacco a causa dell’assenza di Cavani. Proiettando continuamente i due esterni in fase offensiva, i movimenti di Hamsik, Lavezzi e Mascara sul fronte d’attacco creavano continuamente superiorità numerica ed allargavano gli spazi concessi dalla difesa rossoblù.
La libertà degli uomini offensivi era garantita anche dalla straordinaria prova dei due centrocampisti centrali, soprattutto di Yebda, che oltre alla fisicità, ha garantito anche dinamismo, partecipando sia alla fase difensiva che a quella offensiva. Il loro compito è stato facilitato anche dall’atteggiamento del Bologna di Malesani, che aspettava gli azzurri e non alzava quasi mai il ritmo; infatti, si è reso pericoloso nel secondo tempo solo a causa di qualche svarione difensivo del Napoli, di cui ha approfittato Di Vaio, e con un tiro dalla distanza di Rubin.
Nel finale di campionato la differenza la fanno le motivazioni; è proprio negli incroci con le compagini che impiegheranno tutte le risorse a loro disposizione per l’obiettivo dell’approdo in Europa e della salvezza che si deciderà il campionato.
Il Napoli domenica ha impressionato sotto il profilo della prestazione e dell’approccio mentale, con entusiasmo e determinazione, senza l’ansia ed il nervosismo di dover portare subito a casa il risultato, però il vero giro di boa tra il sogno scudetto e la già straordinaria realtà della qualificazione in Champions League è rappresentato dalla sfida contro l’Udinese. Gli azzurri hanno otto punti di vantaggio sulla Lazio e nove sull’Udinese a sei partite dalla fine, ma il calcio insegna che ha ragione Mazzarri, che in conferenza stampa, prendendo spunto da Trapattoni, ha detto: “Non hai gatto se non ce l’hai nel sacco”. Il tecnico toscano ha poi abilmente dribblato tutte le domande che potessero riguardare la prossima stagione.
La sua strategia ormai è chiara: concentrazione massima sul finale di campionato e poi si siederà al tavolino con la società per discutere soprattutto sul piano tecnico per la prossima stagione. De Laurentiis, però, ha l’intenzione di trattenerlo, come ha dichiarato anche ieri ai tifosi alla stazione di Bologna. La volontà del patron c’è, il tecnico vuole solo le garanzie per continuare al meglio la sua avventura alla guida del Napoli, dopo questa straordinaria stagione. Le premesse per trovare l’accordo ci sono e credo che alla fine i protagonisti lo troveranno. Il posticipo di domenica sera al San Paolo è determinante perché, superando i friulani, l’accesso all’Europa che conta non sarebbe matematico, ma ormai ipotecato. Gli azzurri andrebbero a +11 e magari aumenterebbero anche il distacco sulla Lazio (attesa dalla difficile trasferta di Catania) a cinque partite dalla fine. Una volta archiviata la pratica Udinese, il Napoli sulle ali dell’entusiasmo veramente ha tutte le carte in regola per giocarsi lo scudetto con le milanesi. La travolgente folla partenopea può mettere pressione ad un gruppo teso e magari preoccupato, non ad una squadra che ha dimostrato già grande sicurezza e personalità. Una volta raggiunto l’obiettivo Champions, il Napoli può giocare sul calendario favorevole per mettere pressione al Milan, tenendo sempre d’occhio l’Inter. I rossoneri avranno i prossimi due impegni contro Sampdoria e Brescia e poi saranno chiamati alle trasferte contro Roma ed Udinese., mentre gli azzurri fino alle gare con Inter e Juventus potrebbero incontrare compagini già sazie, se il Lecce alla terz’ultima dovesse essere già salvo. Ci sono tutte le condizioni per tentare di raggiungere il grande sogno, non è solo la classifica che impone di crederci. Bisogna provarci fino alla fine, lo merita la splendida tifoseria partenopea, unica al mondo per il suo calore e che ieri ha dato una dimostrazione di civiltà alla curva bolognese, che ha intonato squallidi cori razzisti per tutta la gara. L’entusiasmo ed il colore partenopeo contro l’ignoranza dello sparuto gruppo di ultras rossoblù con le loro vergognose invocazioni del Vesuvio. Anche l’affetto dimostrato agli azzurri a Capodichino è apparso civile ed ordinato, senza la tensione vissuta in altre occasioni. Il Napoli di De Laurentiis ha dato una lezione sociale alla fallimentare classe politica della Capitale del Mediterraneo; se si tenta di superare i propri limiti con impegno e professionalità, se si comunica l’etica del lavoro come fa quotidianamente il tecnico Mazzarri e il direttore Bigon, il popolo partenopeo non solo apprezza, ma è pronto a impiegare tutto il proprio entusiasmo ed amore per la riuscita dei progetti. Manca un mese alle elezioni; i tanti pretendenti alla poltrona di Palazzo San Giacomo dovrebbero studiare attentamente le idee e l’organizzazione del gruppo dirigente del Calcio Napoli, una delle pochissime realtà che funziona nella nostra città, ed imparare, cercando poi di replicare gli stessi concetti nell’organizzazione della res publica. Come direbbe qualcuno, “basta poco che ce’ vvo’“.
Ciro Troise
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