Napoli-Milan non è una partita normale e si vede anche dall’atteggiamento degli azzurri in campo, che pagano la classica “paura da grande evento”, apparendo contratti, timorosi e lasciando totale libertà ai rossoneri di esprimersi al meglio nel possesso palla. Il gol di Aquilani paradossalmente è una buona notizia per la “banda Mazzarri”, che, quando tira fuori la rabbia, l’aggressività e la fame, è capace di abbattere qualunque avversario. Il Napoli non punta sulla classe dei suoi uomini migliori o sulla qualità della manovra, resa comunque molto più fluida dal lavoro di Inler, ma sull’occupazione degli spazi attraverso la corsa e l’intensità; queste caratteristiche hanno bisogno di un’ottima condizione fisica e di lucidità mentale.
Gli azzurri non possono permettersi di abbassare la guardia, devono andare sempre “a mille” e perciò sono fondamentali le alternative arrivate in questa stagione. Mazzarri ha lasciato a lavorare dopo la vittoria contro il Milan Fernandez, Santana e Mascara per compiere potenziamento atletico, un dettaglio da non trascurare che dimostra la necessità del tecnico di lavorare sulla condizione atletica di alcuni elementi. Mazzarri è un perfezionista, quindi, starà certamente riflettendo sui limiti evidenziati dalle ultime prestazioni. Bisogna crescere sotto il profilo dell’esperienza e nell’approccio mentale alla gara, impaurito nelle gare di Manchester e contro il Milan. Mazzarri è stato chiaro nel post-partita: “Eravamo imbambolati nei primi minuti, questa prestazione non mi è piaciuta completamente”. Il tecnico di San Vincenzo sta mettendo insieme gli spunti di riflessione dei tre match ed il reparto su cui lavorare di più è sempre la difesa. Cannavaro ed Aronica soffrono gli attaccanti rapidi, che non danno punti di riferimento, è successo con Mutu, Aguero, Cassano e soltanto la prestazione sottotono di Pato ha limitato i danni. Dossena non ha la forza di applicare al meglio le due fasi; gli allenatori avversari l’hanno capito e chiedono ai loro attaccanti di tagliare sulla corsia sinistra, con lo scopo di creare superiorità numerica o far allargare la difesa. I gol di Cesena e Milan vengono da movimenti di questo tipo, di Eder e Cassano, che hanno servito i cross per Guana ed Aquilani. Il duttile Zuniga non può bastare come soluzione alternativa, considerazione da annotare sul taccuino di Bigon per il mercato di Gennaio. Un giovane difensore da far crescere alle spalle di Cannavaro, considerando le condizioni contrattuali di Grava ed Aronica (è difficile che ci sia un rinnovo), potrebbe essere un ottimo innesto, mentre l’alternativa a Dossena sulla corsia sinistra è l’ultima necessità da colmare. De Laurentiis ha sempre detto di tenere in forte considerazione la finestra di mercato di Gennaio e sicuramente il reparto scouting è sempre attivo su possibili proposte e valutazioni. A centrocampo, invece, Inler può ancora crescere sull’alternanza delle due fasi: contrasto ed impostazione, perciò un mediano come Donadel, da porre come baluardo davanti alla difesa, sarà molto utile in alcune partite.
La vittoria contro il Milan giunge pochi giorni dopo la magica esperienza del debutto in Champions a Manchester, che rappresenta uno step fondamentale nel percorso di crescita intrapreso dal Napoli. De Laurentiis è un vulcano di idee, il secondo sponsor è una sua innovazione, concretizzata poi con l’accordo con la Msc Crociere, che ha sborsato 2 milioni e 150 mila euro. Ancora più importante è la sua battaglia per i diritti televisivi; il potere della Infront, che vuole formalizzare contratti triennali senza tenere conto dell’evoluzione delle piattaforme mediatiche, è un ostacolo per un movimento che ha bisogno di nuove fonti di guadagno per riacquisire peso nella competizione internazionale. Le spine rimangono sempre due per il Napoli che cresce senza sosta: lo stadio ed il settore giovanile. Oggi De Laurentiis è stato a Bagnoli per studiare l’ex area della Nato, i contatti con il sindaco De Magistris sono sempre intensi e un nuovo impianto moderno, all’avanguardia rappresenterebbe un’ulteriore iniezione di entusiasmo, con ricadute sul merchandising, che già in quest’estate ha fatto registrare impennate vertiginose. Stadio e vivaio sono le spine del progetto De Laurentiis, le ultime due realtà da coltivare per far volare ancora di più un lavoro che ha prodotto risultati straordinari. Se sul nuovo stadio si muove qualcosa, sulla famosa “scugnizzeria” i passi sono ancora più lenti. E’ cominciata una nuova stagione, il budget a disposizione è lievemente aumentato ma della rivoluzione organizzativa non si sono visti ancora i segnali. L’unica grande novità è la concentrazione delle giovanili al “Kennedy“, esclusa la Primavera che opera a Castelvolturno, un passo in avanti ma serve molto di più. Bisogna lavorare sulla crescita dei ragazzi, seguendoli anche quando vanno via dal Napoli. Tanti i giovani ceduti in B e Lega Pro, anche a causa dell’incapacità dei procuratori, in realtà dove non troveranno mai spazio. Iamnaples.it segue con la rubrica “Scugnizzeria in the World” le gesta dei giovani del Napoli; il lavoro della società partenopea e degli agenti dei giovani calciatori deve essere trovare la soluzione migliore per valorizzarli. Donnarumma alla Nocerina non va neanche in panchina, Sepe aveva bisogno di giocare ed è stato mandato a fare il secondo a Pisa, Guerra al Viareggio in Prima Divisione della Lega Pro trova poco spazio, Maiello, senza passare per i calvari della vecchia Serie C, a Crotone è poco impiegato a differenza di Ciano, che ha fatto la gavetta alla Cavese ed al Lecco e si sta proponendo tra i protagonisti in Calabria. Guardate il caso di Izzo, uno dei più promettenti difensori della scorsa Primavera che sta ben figurando a Trieste, una realtà giovane, senza eccessive pressioni. Il Crotone era interessato anche a lui, ma è stata intelligente la scelta di farlo partire dai polverosi campi di Lega Pro, quelli che insegnano tanto, lo sa bene il Napoli, formatosi in quelle dure atmosfere. Talvolta serve anche l’umiltà di comprendere la propria dimensione e di costruire percorsi graduali. Il talento Lorenzo Insigne al primo anno a Cava fu sonoramente bocciato, ora è uno dei giovani italiani più promettenti.
Ciro Troise
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