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Alla ricerca della serenità

La vera sfida di Mazzarri è dare la serenità a questa squadra

“Nei primi trenta minuti siamo stati contratti. La squadra non era serena, il nostro approccio mentale ha condizionato la gara”, così si è espresso Mazzarri nel post-partita di Napoli-Milan.

La sconfitta contro i rossoneri lascia l’amaro in bocca, perché, nonostante l’espulsione di Pazienza al 44′, gli azzurri hanno avuto le occasioni per pareggiare l’incontro. Il cuore non è bastato per rimediare alle disattenzioni ed alle ingenuità degli uomini di Mazzarri.

La prima mezz’ora della gara di ieri sera, però, deve essere un argomento di riflessione di tutta la squadra. Il Napoli ha sbagliato l’approccio mentale alla partita, rimanendo in balia degli avversari per trenta minuti. Era già successo con il Liverpool, quando i Reds sono riusciti ad imporre i ritmi bassi al Napoli, contratto e timoroso ad inizio gara. Per giocare al San Paolo ci vuole personalità; tanti calciatori del presente e del passato mi hanno raccontato i brividi e le sensazioni che si provano nell’arena di Fuorigrotta, soprattutto quando il San Paolo prevede il tutto esaurito o quasi. Ogni minimo gesto sembra valere il triplo; a livello psicologico una giocata buona o sbagliata può determinare sicurezza o ansia. Il Napoli è una squadra giovane, sudamericana, con poca esperienza, che non ha un possesso palla ordinato, ma vive di fiammate, accelerazioni; soffre proprio nel suo dna l’emotività e l’incostanza. 

La sfida di Mazzarri è dare serenità a questa squadra in un ambiente poco equilibrato, dove si passa dall’entusiasmo delle “ambizioni scudetto” allo scoramento dopo pareggi e sconfitte, condito poi dal solito processo alla ricerca delle responsabilità. Se il Napoli non proteggerà il suo spogliatoio, la continuità nelle prestazioni e nei risultati sarà ancora una chimera. La sosta ha interrotto il momento positivo degli azzurri, caratterizzato dalle vittorie di Cesena e contro la Roma e dalla rimonta di Bucarest. Gli uomini di Mazzarri si sono catapultati in un altro tour de force, in cui purtroppo hanno raccolto solo i pareggi contro il Catania in campionato ed il Liverpool in Europa League. Gli azzurri devono ritrovare energie fisiche e mentali; i più stanchi sembrano essere proprio Cavani e Gargano, che sono scesi in campo nella tournee asiatica della propria Nazionale contro Cina ed Indonesia. Il centrocampista uruguagio si è reso protagonista anche di un gesto di stizza dopo la sostituzione nella sfida contro il Liverpool e deve ritrovare necessariamente la forma. Gargano fonda il suo gioco sul dinamismo, sulla corsa e sull’aggressività; quando è in debito d’ossigeno, aumenta il numero di errori in fase d’impostazione. Soprattutto nel secondo tempo, il Milan è ripartito in contropiede, proprio approfittando degli errori di Gargano; soltanto gli straordinari interventi di De Sanctis hanno tenuto in vita il Napoli. Su Cavani si sta registrando anche un problema tattico; “El Matador” torna spesso a metà campo per partecipare all’azione, sottraendo energie importanti e riducendo così la sua lucidità. E’ importante non dare punti di riferimento alla difesa avversaria, essere molto mobili e sacrificarsi per la squadra, ma Cavani deve agire in prossimità dell’area di rigore, favorendo così le verticalizzazioni dei compagni e dando profondità alla compagine di Mazzarri. Il tecnico toscano ha ribadito più volte che il Napoli può giocare solo palla a terra, con fraseggi ed accelerazioni, perché non ha una prima punta, che può rappresentare una variante di gioco per gli azzurri. A Gennaio è necessario intervenire sul mercato, non ci si può affidare al recupero di Lucarelli per risolvere una carenza evidente. Fra cinque giorni si scende di nuovo in campo; gli azzurri sono attesi dal Brescia, che ha voglia di riscattarsi dopo le sconfitte contro Udinese e Lecce. Il Napoli troverà una compagine determinata, che proverà a sfruttare il fattore campo, ma gli azzurri formato-trasferta hanno un rendimento impressionante: otto punti in quattro partite, due pareggi e due vittorie. Mancherà Pazienza, dovrebbe trovare spazio Yebda, che contro il Milan, fino al momento della sostituzione di Gargano, ha dovuto adattarsi nel ruolo di esterno destro. L’algerino, che in nazionale gioca nel ruolo di mezzala nel centrocampo a tre, ha disputato una buona partita per l’intensità e la partecipazione alla manovra, ma deve ancora assimilare i tempi del calcio italiano. Inoltre Yebda sulla corsia di destra è stato un limite per gli azzurri, poiché il suo dirimpettaio Bonera, dopo l’infortunio di Maggio ed Antonini, non si è mai proiettato in fase offensiva, e quindi un esterno più puro avrebbe potuto rappresentare una spina nel fianco per la squadra di Allegri, che ha portato i rossoneri a trionfare nuovamente al San Paolo dopo dodici anni. Il Napoli ha le sue responsabilità per la sconfitta, ma è stato vergognoso l’arbitraggio di Rizzoli, che ha applicato due pesi e due misure nella gestione della gara. Ha espulso Pazienza, con una prima ammonizione molto discutibile, ed ha tenuto in campo Papastathopoulos, che ha fermato molto spesso con le cattive maniere Lavezzi.

Con il “monday night” si è conclusa un’altra pessima giornata dal punto di vista arbitrale, con il gravissimo errore di De Marco in Bologna-Juventus sul rigore assegnato per un fallo inesistente su Krasic e tante scelte sbagliate su tutti i campi.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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