La classe non è acqua: ma un dribbling secco che ricorda Insigne e uno scatto bruciante che sa (tanto) di Lavezzi. La classe è pure e cristallina e vi abbevera alla fonte del primo allungo, d’una veronica che lascia il segno: ventuno anni e, chiaramente, non sentirli affatto, perché in quel Wellington Nem c’è la sana, pura incoscienza di chi sa trasformare uno stadio in un luna park. Aaa cercansi gioielli, però attentamente, senza avvertire (assolutamente) la «disperata» esigenza di farlo, ma volendo ossequiare (doverosamente) la propria filosofia: e allora, dove se non in Sud America – innanzitutto in Brasile – la culla della fantasia allo stato puro, l’ingrediente principale di chi è nato laggiù. La corsa è partita, ma star dietro a Wellington Nem del Fluminense è un’impresa, perché in quel potenziale omologo del pocho c’è una velocità spaventosa espressa da un fisico esplosivo.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro