Eccolo lì il top player, gli occhialini da professore (autentico) del calcio, i piedi che sanno di zuccheri filato e una testa grossa così e piena di materia grigia: «Non datemi del simbolo, non sono io che dico queste cose. Però vi dico ancora che questa è casa mia e io ci sto benissimo: non penso ad altro, se non a far bene perché lo meritano la società, i compagni e i tifosi». Il top player è un ragazzo (un uomo) di venticinque anni che sino al 2016 ha promesso fedeltà alla maglia e che nel suo quinquennio alle spalle ha infilato una perla dietro l’altra e che ora, dinnanzi ai microfoni di Radio Marte, non si pone obiettivi: «Possiamo arrivare lontano, il gruppo è agguerrito e chi è arrivato ci darà una mano». Il top player che di nome fa Marek e di cognone fa Hamsik è un concentrato di genialità senza un pizzico di sregolatezza e in quel talento puro emerso in oltre duecento partite da principe azzurro emergono piccoli-grandi rimpianti made in China, in una supercoppa ancora intrisa di velenucci sparsi qua e là: «La sconfitta ci ha rammaricato, volevamo vincerla e non ci siamo riusciti: resta però la consapevolezza di una buona partita, ma difficile da digerire. Sull’arbitro non parlo, l’ha fatto la società, né vi dico se ci siamo sentiti penalizzati: tutti hanno visto. Certo chiudere in nove uomini ha prodotto grande rabbia, perché eravamo in una fase delicata della finale».
ORIZZONTI– Il top player che t’aspetti è in quella cresta al vento, nel certificato d’origine più volte controllata di Marek Hamsik; e poi c’è anche altro, al di là di Castelvolturno, in un mercato double face che un po’ guarda al futuro e un po’ propone scenari da decodificare a vista e alla giornata: la confessione di Vargas («voglio giocare, altrimenti chiedo di andar via in prestito») ha suggerito un summit serale per definire le mosse da preparare in questo agosto rovente: l’ipotesi di insistere rimane la più accreditata, e però sull’agenda di Bigon – nel caso in cui il cileno voglia avere altre chanches, ricompaiono Floccari e Rolando Bianchi, i profli più vicini al bilancio e all’organico d’un club che non volendo sostenere il rialzo su Pereira, ha lanciato la sua occhiata a destra per Vasillis Torosidis (27) e poi s’è affacciato alla finestra ad aspettar gli eventi. Il top player è Marek Hamsik, la bandiera che sventola: «Io qui sto bene e non penso ad altro».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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