Dopo trent’anni Silvio Berlusconi ha venduto il Milan. Accordo raggiunto tra Fininvest, proprietaria del 99,93% delle quote del club rossonero, e una cordata d’investitori cinesi che versano 740 milioni (compresi i 220 milioni di debiti) per acquistare tutte le azioni in mano alla holding della famiglia Berlusconi. Dopo l’intesa, in mattinata le parti hanno firmato il preliminare di cessione del 99,93% delle quote, poi entro fine anno ci sarà il closing. Atteso a breve il comunicato ufficiale da parte di Fininvest.
IL COLPO DI SCENA — Una firma col colpo di scena: perché ad acquistare non è stata la cordata cinese rappresentata dai manager Gancikoff e Galatioto (che sono fuori da questa operazione) né il gruppo Fosun (alle spalle del quale c’è il super procuratore portoghese Jorge Mendes) entrato in contatto con Silvio Berlusconi negli ultimi tempi, ma un nuovo gruppo orientale rappresentato dal manager Yonghong Li che ha trattato l’acquisto del club in gran segreto.
ECCO CHI SONO — Da oggi il controllo del Milan passa nelle mani della Sino-Europe Investment Management Changxing. Si tratta di una società veicolo creata per l’operazione all’interno della quale ci sono, tra gli altri, Haixia Capital (il fondo di stato cinese per lo sviluppo e gli investimenti) nonché Yonghong Li, manager che ha condotto la trattativa. Non si conoscono ancora i nomi degli altri investitori che fanno parte del veicolo: l’unico dettaglio che, al momento, si conosce è che in questi veicolo ci sono alcuni investitori che in precedenza avevano composto la cordata Galatioto (che da fonti vicine alla trattativa viene ribadito essere fuori da questa operazione).
GLI INVESTIMENTI — Berlusconi ha ottenuto che fossero inserite nel contratto precise clausole che assicurassero gli investimenti necessari per riportare subito il Milan a essere competitivo a livello europeo. “Con l’accordo – si legge nella nota ufficiale – gli acquirenti si impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di tre anni, di cui 100 milioni da versare al momento del closing”.
Fonte: Gazzetta.it
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