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Suma: “Lavezzi, non solo Inter e Psg ma anche Napoli, non è detto che vada via”

E se Lavezzi rimanesse a Napoli? In caso di vittoria della Coppa Italia da parte degli azzurri, si allenterebbero le tensioni fra la piazza e il Pocho. Non solo, anche il presidente De Laurentiis stesso potrebbe trovare l’entusiasmo per fare un sacrificio importante, perché se oggi il buon Ezequiel guadagna 2 milioni di euro l’anno e su di lui ci sono squadre che gliene offrono tranquillamente il doppio, serve anche un guizzo presidenziale per fare, eventualmente, tutti felici e contenti. Non solo Inter e PSG, dunque. Ma anche Napoli. Diciamo 33,3 per cento di possibilità per ogni opzione. Dice…ma Leonardo aveva dichiarato fino a giovedì di non aver fatto alcuna offerta al Napoli per Lavezzi…Può anche essere vero, ma era un bizantinismo. Il procuratore del Pocho, Alejandro Mazzoni, aveva parlato per tempo sia con Parigi che con Milano, le domande e le offerte sono sempre state chiare senza bisogno di coinvolgere il Napoli, anche prima dell’offerta “mediatica” di ieri (23 milioni + bonus) rilanciata dalle agenzie di stampa. In ogni caso la decisione ci sarà, ma dopo la Finale di Coppa Italia. Se gli argomenti del PSG dovessero essere più convincenti per l’acquisizione di Lavezzi, si aprirebbe un altro scenario: Pastore. L’ex rosanero potrebbe fare due più due e lasciare il Parco dei Principi dopo una stagione insipida. Nel caso in cui Lavezzi riuscisse, in uscita da Napoli, a far valere la sua volontà, che porta all’Inter, i programmi del Club nerazzurro potrebbero non cambiare. E cioè il discorso su Wesley Sneijder rimarrebbe aperto: in caso di una offerta importante, cessione. Questo era un punto fermo, quando l’Inter decise di andare su Zarate l’estate scorsa ed è tale ancora oggi. Anche perché il Club interista dirotterebbe sul Pocho i denari del mancato riscatto di Zarate e su un altro attaccante brillante e di spunto al posto dell’olandese. Il gioco di Stramaccioni è noto: Milito più due incursori offensivi di gamba. Tradotto sull’anno prossimo: Lavezzi e il Palacio o il Papu Gomez della situazione. In definitiva, sia che Lavezzi resti a Napoli o vada a Parigi, sia che raggiunga Milano, ben difficilmente lui e Wes indosseranno la stessa maglia nella prossima stagione…

Se i campioni storici non avessero salutato San Siro tutti insieme e in quel modo domenica scorsa, il rischio che il Milan finisse per accettare una proposta indecente, ma davvero indecente, per Thiago Silva, avrebbe anche potuto esserci. Ma quel carisma, quella testa alta, quei valori e quelle lacrime di Nesta, di Gattuso, di Inzaghi, hanno ricordato al Milan stesso cos’è il Milan. E il Milan è l’aplomb, lo stile, il portamento di Thiago Silva. Con tutte le offerte che sono piombate in via Turati fra la primavera dell’anno scorso e di quest’anno per lui, vero obiettivo di mercato dei più grandi Club europei, se il Club rossonero avesse ritenuto di affrontare una trattativa, oggi il fuoriclasse di Rio sarebbe probabilmente già una pupilla degli occhi dei tifosi catalani o merengue, perché uno come lui, se gioca in Europa, o gioca nel Milan o gioca in Spagna. Altri contesti e altre situazioni sono estranee al suo carattere e al suo calcio. Ma le cose stanno, fortunatamente per i milanisti, in altro modo. Nella scorsa stagione, la fascia di capitan Ambrosini, nelle giornate in cui Massimo non giocava, è stata ora di Abbiati, ora di Seedorf e ora di Thiago Silva, prima del ritorno di Gattuso nel finale di stagione. Nella prossima, vista la partenza di Gattuso e la fluidità con cui il contratto di Seedorf si avvicina al 30 Giugno 2012, toccherà molto spesso proprio a Thiago indossare il sigillo di Ambro. Un simbolo che viene da lontano, da Liedholm e Cesare Maldini, da Rivera, da Baresi e da Paolo Maldini e che si attaglia alla perfezione all’elegantissimo Re rossonero.

La maglia dei grandi Club sta diventando il campo di battaglia della fantasia. Chi ci mette la terza stella, chi ci mette il Triplete, chi più ne ha più ne metta. Qualcuno, fra i tifosi e non fra gli addetti ai lavori, arriva a giustificare la terza stella come abuso aggrappandosi ad una scritta che, secondo i non milanisti, sarebbe ingiustificata sulla maglia del Milan: il Club più titolato al Mondo. Ma, in realtà, la lista dei Club vincitori di coppe federali e interfederali di calcio esiste, non ha l’egida ufficiale della Fifa, ma è rispettata e condivisa dalla Fifa. Né il Milan ha abusato di uno stemma ufficiale Fifa che, in tal senso, non esiste. Il Milan ha semplicemente chiarito il concetto sulla propria maglia. Si tratta di una graduatoria che comprende solo i trofei internazionali, perché è in questi contesti che i grandi Club possono sfidarsi non appartenendo agli stessi campionati nazionali, e che vede il Milan in testa con 18 trofei. Diciotto li ha anche il Boca Juniors, ma avendo vinto una Coppa Intercontinentale in più (4 contro 3), il Milan viene inserito nella graduatoria prima degli Xeneises. Seguono: Independiente 16 trofei, Real Madrid 15, Al Ahly 14, Barcellona 14, Juventus 11, Liverpool 11, San Paolo 11, Ajax 10, Penarol 9, Nacional Montevideo 9, Zamalek 9, Inter 9, Bayern 8, Olimpia Asuncion 8, America Città del Messico 8, Etoile du Sahel 8, Cruzeiro 7, Manchester United 7, Mazembe 7, Porto 7, Santos 7 e Internacional di Porto Alegre 7.

Quando, dopo la finale di Atene del 2007, Massimo Ambrosini raccolse uno stendardo di un tifoso sul pullman scoperto della festa con la scritta “Lo Scudetto mettilo…”, venne preso di mira in tutte le tv, deferito dalla Procura Federale, minacciato per settimane in città. Quest’anno Giaccherini ha raccolto lo stendardo di un tifosi, sempre sul pullman scoperto della festa bianconera, con la scritta “Il gol di Muntari mettilo…”, ma l’episodio è passato sotto silenzio. Le tv lo hanno circondato di un’alone protettivo e della Procura Federale non si hanno notizie. Bene, bravo, bis.

Fonte: Mauro Suma per Tuttomercatoweb.com

La Redazione

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