Verde, bianco e rosso: a bande orizzontali, lastricando il tragitto dei propri sogni che conducono all’estasi. E ancora verde, bianco e rosso: perché nell’aria c’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico, e quel Cannavaro e quel Grava, e quella classifica che strizza l’occhio, e quel clima che inebria, inducono a crederci. L’Italia s’è desta, in una settimana o su di lì, con cinque punti recuperati sulla Juventus in campo e altri due riconsegnati dalla giustizia sportiva, con sette reti segnati tra la Roma e il Palermo, con Armero e Calaiò infilati in corsa nell’organico, con il capitano ed il suo vice recuperati alla causa, con un tesoretto che Aurelio De Laurentiis ha riservato per l’estate prossima, senza però ignorare le ambizioni attuali: «Il mercato è chiuso ma a giugno investiremo 10-15 milioni di euro. Lo avremmo dovuto fare adesso per un difensore, ma l’esigenza ora non c’è più». L’oro di Napoli è in Cavani e in Hamsik, in Pandev e in Insigne, in De Sanctis e in Maggio e in quella società capace in nove anni di risorgere dalle ceneri del Fallimento sino a diventare un top club per il quale Aurelio De Laurentiis chiede il rispetto negatogli dall’Inter di Moratti nell’ingaggio di Campagnaro: «Mi sarei aspettato che la società che lo prenderà mi avesse almeno contatto. Eh no, Campagnaro non resterà».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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