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Stabilita l’attesa: si aspetterà Balzaretti fino a ferragosto, (ri)prendono quota…

Sì, no o ni: chi può dire ciò che riserva il futuro, in questo caos organizzato ch’è il mercato, in un’estate da attraversare standosene sul fiume per aspettare la bottiglietta con dentro la soluzione giusta? Alzi la mano chi ha la risposta, però sulla corsia sinistra (con un ambidestro in azione) resta un posto libero, probabilmente l’unico, in modo da completare il Napoli e consegnare a Mazzarri i ventitré da gestire tra campionato, Europa League e coppa Italia. Squadra fatta capo ha: e però manca sempre quell’omino lì, l’omologo di Zuniga, ma anche di Dossena e Maggio, una freccia azzurra da tenere dentro il quartetto di pretendenti ai ruoli, un indemoniato che sappia fare su e giù per il campo, attaccare e però anche difendere, crossare e sbarrare le diagonali di passaggio.

NUMBER ONE– Non c’è dubbio, neanche mezzo, che sia Federico Balzaretti (30) capace di sovvertire le abitudini societarie per convinzione di Mazzarri ma anche di Bigon e De Laurentiis, pubblicamente «innamorato» del fluidificante palermitano sin da stagioni non sospetti. Evidentemente non s’ha da fare (per adesso), ma Balzaretti sa bene che il Napoli aspetterà sin quando potrà una sua decisione definitiva. La manovra di accerchiamento, partita con una telefonata di De Laurentiis a Zamparini, preludio d’una trattativa vera e propria, è continuata poi nel ritiro della Nazionale, attraverso varie chiacchierate tra De Sanctis, Maggio e quel «cavallone pazzo» che ha sistemato in stand by il mercato partenopeo. Poi pausa. Poi di nuovo all’attacco, sempre con uno scambio di pareri tra De Laurentiis e Zamparini, svelati dal presidente rosanero («vero, il Napoli ha fatto un’altra offerta») e sintetizzati da un umanissimo (e magari persuasivo) intervento partenopeo: « Io con Zamparini sono amico e per chiudere l’accordo ho bisogno di un minuto. Ma Balzaretti ha una sua vita familiare ed esigenze da uomo e da padre nelle quali non posso permettermi di entrare». Il Napoli aspetterà, vada come vada, pure sino a ferragosto; però darà pure un’occhiata in giro, cercando di intuire le evoluzioni in Italia e all’Estero di un mercato che va monitorato perennemente.
NUMBER TWO- Aly Cissokho (25) ha caratterizzato la prima decade estiva, un’idea particamente ufficializzata dall’insolita strategia del Lione che, finito nel vortice, ha stabilito il prezzo per la cessione addirittura attraverso internet. Intanto, niente è cambiato, manco in Francia: il Napoli ha una sua esigenza, che però non l’assilla, e Cissokho continua ad essere personaggio-chiave. Il riavvicinamento è stato registrato, ma qui esistono strategie d’intervento che si scontrano tra chi vuol far abbassare il valore di mercato e chi invece intende guadagnare quanto più possibile.
NUMBER THREE– Pablo Armero (26) s’è allontanato dal Napoli proprio mentre stava per ritrovarsi con la maglietta addosso: valutazioni tecnico-economiche dell’ultima ora, la possibilità di avere almeno un altro mese dinnanzi per decidere con calma, uniti all’esuberanza del colombiano, hanno prodotto una frenata. Poi, riconversione: perché, se proprio Balzaretti dovesse optare per Palermo, se Cissokho continuasse ad essere ritenuto un pezzo da novanta, chi se non un personaggio che ha vissuto l’Italia da dentro?
EPPURE TORNANO– Ma poi guai dimenticare Alvaro Pereira (27) del Porto, lui sì ch’è un top player, almeno a livello di valutazione: una volta, e neanche troppo tempo, si parlava di quindici milioni di euro per l’uruguayano, cifra che il Napoli non intende neppure lontanamente sfiorare.
GENTE CHE VA– Il mercato ha anche vie d’uscita e, guarda un po’, pure a sinistra: Luigi Vitale , dopo aver sprecato una stagione a Bologna, cerca un posto al sole, magari a Lecce, per rilanciarsi, per riconquistare autostma, per riprendersi dopo qualche stagione buia, lui che pure ha avuto una sua brillantezza nel Napoli di Reja in serie A. Poi ci sono Chavez , Hoffer e Rinaudo e sono capitoli di difficile soluzione: l’argentino ha estimatori in patria e potrebbe restare in Argentina, calcio a lui più congeniale; l’austriaco può confermarsi all’Eintracht Francoforte, che non intende spendere e spera di strappare un altro prestito magari poco oneroso; e il palermitano ha qualche chanches in Spagna ma avendo giocato pochissimo a Novara. Meno quaranta: il mercato non è neppure cominciato…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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