A Napoli oggi è già domani e domani è già il giorno delle decisioni. Cosa farà Maurizio Sarri? Avrà ancora la forza e la voglia di riprovarci dopo una stagione così intensa, difficile e, alla fine, chiusa senza vittorie? Tutte domande dalla risposta affatto scontata e che nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, avranno come naturale e doveroso sbocco l’incontro, da tempo in programma, tra il tecnico e il presidente De Laurentiis. Cominciamo col dire che Sarri ha un contratto in essere con il Napoli con scadenza giugno 2020. Due stagioni ancora, dunque, con AdL che vorrebbe prolungare l’accordo di un anno ritoccando l’attuale ingaggio fino a quota 2,5 milioni, il doppio percepito attualmente dal tecnico toscano, ma quasi la metà di quanto l’entourage di Sarri avrebbe chiesto per restare, vale a dire 4 milioni. La distanza tra le parti, quindi, c’è e non è così banale.
Il problema è che non si tratta solamente di trovare un punto di incontro e raggiungere un accordo economico che faccia felice tutti. Quanto, piuttosto, capire se c’è ancora qualcosa da spremere o se, al contrario, il tecnico non abbia esaurito le sue risorse e non consideri concluso il suo lavoro e, di conseguenza, nullo o quasi il margine di crescita della squadra. Perché la questione in fondo è tutta qui: il Napoli, così come lo abbiamo visto quest’anno, può realmente spingersi fino a quei 95 punti che servirebbero per vincere un duello-scudetto con la Juve o ha invece dato tutto quanto era ed è nelle sue possibilità?
Dentro a questa domanda potrebbe in fin dei conti nascondersi la risposta alla prima, quale decisione prenderàcioè Maurizio Sarri per il suo futuro e quale futuro si aspetti De Laurentiis per il suo Napoli. Siamo infatti certi che De Laurentiis non accoglierebbe con favore il pagamento, da parte di qualche club, della clausola da 8 milioni che libererebbe Sarri anzitempo? Ben inteso, Sarri è amato dalla città e dal presidente azzurro che gli riconoscono il grande lavoro fatto con la squadra. Squadra, però, arrivata in qualche modo prosciugata al traguardo proprio a causa dell’impegno fisico e psicologico che il calcio di Sarri presuppone. Insomma, al netto della decisione del tecnico e della sua voglia di riprovarci, siamo certi che il gruppo sia fisicamente e mentalmente in grado di vivere un’altra stagione “sarriana”? In fondo il Milan di Sacchi e il Barcellona di Guardiola hanno avuto una “scadenza” proprio per lo stesso motivo.
Resta da capire quali siano le alternative. Più facili per il Napoli, attratto da Simone Inzaghi come da Giampaolo (l’ideale sarebbe stato per diversi motivi Luis Enrique, ma lo spagnolo è destinato all’Arsenal). Meno per il tecnico, ora che poco alla volta le panchine europee stanno trovando padrone. Dell’Arsenal si è già detto, a Parigi finirà Tuchel, a Londra, sponda Chelsea, potrebbe tornare Ancelotti, al Bayern hanno già scelto Niko Kovac. Restano il Monaco, lo Zenit (se Mancini, come sembra, finisse in Nazionale) o… la Juve. Già, la Juve, che Allegri potrebbe decidere di liberare proprio dopo aver strappato lo scudetto, il settimo consecutivo e il quarto consecutivo personale, al Napoli. Difficile, ma affascinante. Chissà, tutto in fondo può accadere.
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