Ciruzzo, come lo chiamano gli amici, si è fatto crescere la barba e non ha imparato il tedesco. Sorride per nascondere la delusione, mai avrebbe pensato di vedere la sua ex Juve solo dalla panchina senza nemmeno entrare. Il papà, Antonio, era arrivato da Torre Annunziata sperando in una notte diversa, finita invece a cena tra amici e altri parenti con il rimpianto da protagonista. Nelle mani, una busta con le maglie di Bonucci e Buffon. Nel cuore, quell’amarezza per essere stato messo in disparte proprio nella partita più attesa, quella della dolce rivincita. Il paradosso è ancora più preoccupante: a scaricarlo è stato quello stesso Klopp che aveva fatto di tutto per prenderlo d’estate. Tornando in anticipo dalle vacanze per essere presente nel giorno della sua firma, preferendolo sul mercato a Destro e Lukaku. Non solo, perché anche Morata era nella lista giallonera per sostituire Lewandowski, ma Klopp voleva lui. Immobile l’italiano. E lo voleva così tanto, da convincere l’ex attaccante del Toro a dire no all’Atletico Madrid, determinato e deciso a effettuare il sorpasso proprio all’ultima curva, con telefonate continue ai suoi agenti Alessandro Moggi e Marco Sommella.
A Dortmund, però, qualcosa – forse tutto- si è rotto nei meccanismi tattici di Klopp, ecco il vero problema. La squadra non garantisce più quel pressing asfissiante che vuole l’allenatore, fissato poi a giocare adesso con mille trequartisti insieme senza un reale filo conduttore. Anche il pubblico se n’è accorto: tolto il muro giallo, tanti altri tifosi hanno fischiato beccandosi la reazione stizzita di Hummels, mentre gli applausi più convinti sono stati quelli ironici al primo tiro in porta a Buffon durante il secondo tempo.
La sensazione è che sia davvero finito il ciclo di Klopp al Borussia, proprio mentre l’avventura di Immobile vive giorni tormentati. Il richiamo dell’Italia è forte, fortissimo. Chiamatela pure nostalgia, o comunque volontà di tornare dove si è veramente apprezzati. I primi sondaggi sono già partiti, contatti e approcci iniziali. Dal Milan, per esempio. Ma anche dalla Fiorentina se dovesse cambiare qualcosa nell’attacco viola. Eppure, nella testa di Ciro spinge una tentazione forte: il Napoli, dove ritroverebbe Insigne e potrebbe giocare con l’affetto di una città che l’ha sempre apprezzato. Il suo contratto al Borussia è lungo e ricco, quindi nessuna fretta. Ma serate come quelle di ieri lasciano il segno nel cuore di un ragazzo sensibile, inspiegabilmente messo da parte proprio sul più bello. Ci sarà tempo per fare valutazioni definitive, forse anche per tornare titolare e segnare ancora per la squadra che più l’ha voluto a giugno. Aspettando comunque il prossimo, al richiamo del made in Italy. Auf Wiedersehen
Fonte: Gianluca Di Marzio per sport.sky.it
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