Il suo slogan è: “state sereni”. Eppure non è facile per Daniele Sebastiani tenere a bada le pulsioni popolari. Dopo venti lunghissimi anni è arrivata l’agognata serie A, ma la squadra che dovrà disputarla per adesso è monca. Il presidente del Pescara comunque resta tranquillo e cerca di infondere lo stesso spirito alla piazza.
«Allestiremo un organico all’altezza per conservare la categoria. Se permettete, chi rischia di più siamo noi dirigenti che mettiamo mano al portafoglio, quindi?».
Presidente, la sua è serenità o incoscienza?
«La mia, o meglio la nostra, è consapevolezza. Sappiamo quali sono i passi giusti, da quando abbiamo rilevato il club non abbiamo mai sbagliato una mossa e non credo sia stato solo per fortuna».
Però sembrate in ritardo sulla tabella di marcia.
«Abbiamo programmato di prendere sette, otto giocatori importanti e lo faremo. Farci assalire adesso dalla frenesia è controproducente. Tutto sarà pronto a tempo debito. Vi ricordo che l’estate scorsa Ciro Immobile arrivò alla fine del ritiro e non mi pare che siamo stati troppo penalizzati».
Vi state muovendo prevalentemente sul mercato straniero. Non le sembra un azzardo?
«E’ una scelta ragionata, dettata dalla profonda conoscenza di questi mercati. E poi, non vi siete accorti che anche gli altri club lo fanno da anni?»
Ma saranno rinforzi concreti o solo numerici?. La serie A italiana ne ha bruciati di stranieri?.
«Il nostro direttore sportivo, Delli Carri, passa notti intere a visionare i dvd dei giocatori. Stiamo facendo un lavoro certosino, nulla è lasciato all’improvvisazione. Poi è chiaro che il campo può sempre dare un verdetto diverso dalle aspettative, ma è un rischio di tutti, mica solo nostro».
Si dice che stiate programmando a lunga gittata, cioè a tenere la società libera da fardelli contrattuali.
«Pensiamo a tutto, anche a una gestione non penalizzante per il futuro. Ma non deve passare un messaggio sbagliato. Noi in serie A vogliamo rimanerci, continuando a giocare un bel calcio».
Ci proverete con un allenatore nuovo. Buone credenziali ma poca esperienza. Una bella incognita.
«Se l’Inter ha puntato su un giovanissimo come Stramaccioni ci sarà un motivo. Lo stesso per il quale noi abbiamo optato per Stroppa. E’ un’incognita solo per chi non lo conosce, noi lo abbiamo seguito con attenzione l’anno scorso al SudTirol e abbiamo grande fiducia».
Un piccolo passo indietro al caso-Verratti. Sembrava già della Juve, invece?.
«Invece noi non lavoriamo più per gli altri. L’esperienza con Insigne e Immobile è più che sufficiente. Vogliamo giocatori giovani e di prospettiva, ma di prospettiva anche per il Pescara, non solo per gli altri club».
Quindi la vicenda si è arenata sulle contropartite tecniche?
«Il ragazzo vuole rimanere con noi un altro anno e di questo abbiamo tenuto conto, perciò avremmo accettato degli scambi in comproprietà, non in prestito secco. Ora, se la Juve ci vuole girare Bouy e Troisi va pure bene, ma non dobbiamo mica preoccuparci noi di convincerli, lo deve fare chi ce li vuole mandare».
Avete tolto Verratti dal mercato, ma ci tornerà?
«Tutto è possibile. L’abbiamo ritirato perché non ci piacciono le forzature. Stiamo parlando di uno dei più grandi talenti del calcio italiano, di un prossimo un top player. Significa che qualche grande club giocoforza se ne interesserà. Noi siamo disposti a riparlarne, però alle condizioni giuste».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
