Si riapre, si riparte, si ricomincia: e sarà, ovviamente, un inverno rovente, come buona abitudine di quei giorni, perché quando si entra (ufficialmente) nel mercato è così, vi piaccia o no. Il progetto è un’idea proiettata nel futuro e richiede competenze, lungimiranza, equilibrio e la capacità di galleggiare tra i talenti (autentici) ed il fair play finanziario: e, tra due mesi (poco più), ci sarà un terzo di stagione in archivio dal quale attingere e dunque materiale sul quale industriarsi, seriamente, cercando di non sbagliare ancora.
LA PRIMA MOSSA. L’esigenza, nel 2015, potrebbe (dovrebbe) essere un laterale difensivo, uno di destra possibilmente, perché di mancini ce ne sono (Ghoulam, Zuniga e volendo anche Britos), mentre da quella parte lì si comincerà a penare (Maggio e Mesto sono in scadenza tra dieci mesi) e alle spalle di Zuniga si può adattare solo Henrique. La priorità, quindi, è stata ormai definita, ma servono caratteristiche idonee e anche una serie di combinazioni utili per provare ad arrivare ad Alvaro Arbeloa (32 anni tra tre mesi), che ha poco o nulla in sintonia con la filosofia del Napoli ma che può colmare quel gap d’esperienza. Le controindicazioni sono chiarissime (età «rispettabile», ingaggio sontuoso in perfetto stile Real Madrid) ma nella valutazione entrano ovviamente altri fattori: l’autorevolezza del personaggio, per cominciare; un master quinquennale nel club più prestigioso del Mondo; la conoscenza dei metodi di allenamento e della vocazione tattica di Benitez (conosciuto a Liverpool per due anni); e se alla casa blança – dove il materiale umano abbonda – dovessero decidersi che si può «liberare» il difensore a costo a zero, allora la pratica verrebbe agevolata.
AU REVOIR. E poi a gennaio bisognerà industriarsi per forza, perché Ghoulam non ci sarà: la coppa d’Africa comincerà presto ed è probabile che l’esterno algerino debba restare in ritiro con la propria Nazionale sin dal periodo che coincide con le vacanze di Natale, sottraendo a Benitez una unità. Accelerare sarà quindi una naturale conseguenza d’una condizione indiscutibile.
PAESI BASSI. Poi ci sono gli sguardi in lontananza: Davy Klaassen (22) tuttofare offensivo, un gioiellino dell’Ajax che sa fare la prima punta, la seconda ed anche la mezzala, è stato monitorato in lungo ed il largo nel corso della passata stagione e pure nella fase iniziale di quella in corso; ha un suo perché (anzi più di uno: è giovane, ha margini di crescita, costa un pochino, vero, però il talento induce a crederci, è in linea con i principi del Napoli) ma va ancora seguito e a lungo. Sempre all’Ajax c’è Viktor Fisher (21), centravanti di belle maniere, un altro che è germogliato in quel giardino di tulipani.
OCCHIO. A Ricardo Van Rhijn (23) che è un difensore e che può offrire la possibilità di evitare di ritrovarsi in difficoltà, con l’arrivederci di Ghoulam: tra gli «olandesini» è quello che il Napoli vorrebbe spingere a volare, seriamente, in fretta, per tutelarsi anche numericamente. Ma il problema, quando ci si avvicina ad una delle più floride ed apprezzate «scuole calcio» del Mondo, una sorta di Università che ne ha sfornato di campioni, diventa il prezzo.
fonte: Corriere dello Sport
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