Ci sono un argentino, un cileno, due uruguayani e (almeno) un napoletano: ma non c’è assolutamente nulla da ridere, semmai c’è da aspettare che i prezzi calino e il caldo pure, affinché si possa ragionare in condizioni più agevoli. Ci sta un esterno di fascia destra ed un suo omologo di sinistra, c’è un difensore con i connotati ideali ed un interditore per la metà campo: ma poi ci sono i tempi del mercato da rispettare, le strategie da limare, le trattative da affrontare e una squadra che così com’è piace a De Laurentiis, Bigon e Mazzarri; e dunque contenti loro…C’è un Napoli che è già idealmente tracciato sul campo: 3-4-2-1 o qualche variabile dalla cintola in su che può trasformare il sistema in 3-4-1-2 o addirittura in 3-5-1-1; e poi ci sono le idee e un percorso che – elementare – conduce sempre lì, in Sud America.
RICOMINCIA DA TRE – Ricapitolando: la struttura esiste, i titolarissimi pure, mancano – per definizione del management – un uomo da sistemare in competizione con Campagnaro, un cursore (prima sembrava di sinistra, poi s’è pensato a destra, magari si finisce su entrambe le corsie) e un centrocampista di lotta e di governo (ma se parte Gargano diventeranno due). I fatti separati dalle opinioni raccontano di una perlustrazione assai recente del Napoli a Bergamo, per avere informazioni precise su Ezequiel Schelotto (23) tornante classico assai eclettico, interprete (ormai a memoria) del 4-4-2, però adattabile al codice-Mazzarri: è stata la new entry di una settimana consumata tra consultazioni varie, propedeutiche all’appuntamento con l’Atalanta per definire il rientro di Cigarini in nerazzurro. Accadrà domani, quando Pierpaolo Marino e Riccardo Bigon avranno modo di accomodarsi ad un tavolo milanese, per risistemare al centro del discorso quello Schelotto che potrebbe – a sorpresa – mutare gli scenari, spostando l’attenzione principale del Napoli dalla corsia sinistra a quella destra.
GLI AMICI DEL MATADOR – Poi, un passo indietro e un altro avanti: in difesa chi viene ritenuto autorevole per interpretare il ruolo è Diego Godin (26) uruguyano dell’Atletico Madrid, uno che ha già conosciuto le pressioni d’un club di primissima fascia, uno che ha vinto, uno che sa essere aggressivo, capace nelle uscite palla al piede, fisicamente aitante; e poi è uruguayano: quanto impiegherebbe a calarsi nella parte e ad integrarsi in un Napoli che ha in Edinson Cavani la sua stella? Godin però ha un suo costo d’esercizio che è rilevante e cominciare a chiacchierare partendo da dodici milioni non aiuta. Dunque, calma e gesso. Per cerchiare (d’azzurro) la fascia mediana: la controfigura di Walter Gargano, al quale fanno la corte dall’Inghilterra, dalla Spagna e dalla Germania, è Gary Medel (25), un mediano senza paura, con qualche macchia comportamentale nel suo recente passato, ed una situazione contrattuale intrigata: il Siviglia lo ha pagato tre milioni di euro, ma ne detiene una parte, perché l’altra apparterrebbe a dei privati sudamericani. Certe vicende si sa come cominciano ma non si intuisce mai come finiscono: Medel ha sedotto gli osservatori del Napoli e De Laurentiis ha pubblicamente ammesso che il centrocampista interessa.
L’INTRUSO – Poi dipenderà dal mercato: perché Alvaro Pereira (27) esterno del Porto, uno che ha un curriculum vitae di assoluto riguardo, è un altro che s’è preso un posto tra le prime pagine del block notes di Riccardo Bigon. Valore di mercato: 17 milioni di euro, che in termini pratici equivale a due-terzi della quotazione di Lavezzi. Follie estive, non contemplate nel copione del prossimo film della De Laurentiis productions. Il mercato offre scenari insospettabili: Valon Behrami (27) è l’intruso in questa pellicola sudamericana, lui è svizzero, un lavoratore della mediana o delle corsie, un poliedrico. Ma per ora dominano due uruguyani, un cileno e un argentino: e poi c’è sempre (e almeno) un napoletano. Ciak.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.