o vorrei, ma non posso. Oppure, come diceva il Maestro: c’è chi può e chi non può. Io non può. Lavezzi, Lamela, Nani, Pastore, Osvaldo: abbiamo fatto cinque nomi di obiettivi veri per la serie A. Ma se hai la cassaforte tutta aperta, ma anche per tre quarti, non se ne cantano messe. Gli attaccanti saranno in prima fila, ma soltanto quelli che possono spostarsi. Vediamo in ordine sparso. Marco Borriello: piace al West Ham da fine dicembre, la Samp non può permettermelo, l’Inter quasi, la Fiorentina lotta con la Roma più o meno per gli stessi obiettivi e vince la confusione. E Preziosi ci pensa sempre, anche se non lo ammette… Fabio Quagliarella: si prende in esame un’offerta da otto milioni in su, altrimenti resta alla Juve e dopo il mercato rinnova di un anno. Alberto Gilardino: ha rotto con l’avvocato Bozzo che si è rotto per il suo no al Canada da giugno. Dovrebbe restare al Genoa, anche se ogni tanto il Bologna lo sogna di notte e di giorno (per questo Preziosi pensa sempre a Borriello…). Alessandro Matri: prima scelta della Fiorentina che, però, deve parlare con il Milan. Guadagna tre milioni netti più premi, una tombola. Sergio Floccari: piace a tanti, Atalanta e Bologna per l’immediato. Mirko Vucinic: ogni tanto lo mandano, lo mandiamo, in Inghilterra con Lamela in contropartita, può essere una soluzione per l’estate. A meno che Vuci non abbia voglia di fare un’esperienza remunerativa, ma lontano dall’emisfero calcistico di primo piano. Rolando Bianchi: prima che fosse esonerato Pioli, era stato molto ben impostato uno scambio con Livaja. Vediamo che succede, magari Ballardini ha altre idee. Se Rolli dovesse proprio partire da qui a fine mese, attenzione alla Samp che quell’ingaggio potrebbe digerirlo.
Un nome al giorno leva il medico di torno in casa Milan. O quasi. Su Fernando una cosa mi sento di dire: a gennaio sarebbe stato quasi impossibile portarlo. Per due motivi: al Milan serve un centrocampista che giochi la Champions, il Porto è la seconda o terza gioielleria più cara d’Europa. Questo in nome della chiarezza. Ci sarebbe poi da parlare di D’Ambrosio, ma aspetto che sia ufficiale all’Inter, lì si potranno raccontare molte cose simpatiche. Una adesso: il Torino sta rinviando alla ricerca della contropartita giusta. Una l’ha individuata in Botta, come sapete, e in qualche modo troveranno una soluzione. Ma il Torino sappia che conviene chiudere in fretta: ogni giorno che passa si avvicina alla scadenza del contratto, dal primo febbraio la stalla sarà vuota, i buoi saranno scappati e gli accordi (di D’Ambrosio con chi di competenza. Con chi secondo voi?) siglati. Quindi, meglio una bottiglia oggi che neanche un sorso d’acqua domani. Ecco perché credo che da lunedì in poi tutti i giorni saranno giusti per trovare un’intesa che sia definitiva. Tornando al Milan, bisogna capire il profilo del centrocampista in base alle necessità di Allegri. Essien? Ho qualche dubbio che sia il profilo giusto, poi magari arriva. Banega? Grande talento, ma con una personalità eccessiva e forse non quello più adatto. Kuzmanovic? Con tutto il rispetto, stiamo parlando di una campagna di rafforzamento.
Il discorso l’ha colto al volo il Napoli che si prepara a un’offerta per Jorginho, destinatario il Verona. Notizia di martedì mattina, nel bel mezzo del caso Gonalons, quasi un contropiede. La settimana è scivolata via in silenzio, non fosse altro perché al Bentegodi si gioca e guardate il calendario cos’ha partorito… Verona-Napoli, sembra fatto apposta. Di Jorginho si potrà parlare dopo, nel ventre del Bentegodi. Il Napoli conosce la posizione della Fiorentina, molto interessata, ma può piazzare il famoso contropiede in presenza di disponibilità. Quale disponibilità? Cash da spiazzare chiunque. Sei milioni per la metà, qualcosa in più o in meno, occhio agli sviluppi. Gonalons può tornare in gioco? Per ora a chiacchiere, ne sono state fatte tante, più avanti vedremo. M’Vila sarebbe un bel profilo, forse. Ma ritengo che Jorginho sarebbe un colpo da maestro: il centrocampista del presente e del futuro, personalità e tecnica, margini di miglioramento e una considerazione. Questa: se la scorsa estate c’erano in fila i club della Premier un motivo ci sarà. O no?
Walter Sabatini ha un merito indiscutibile: quando sente un talento, quando pensa che sia un affare, entra in scena spegnendo le luci. E depistando, un artista. Otto volte su dieci va a dama, ha il fiuto dei più ispirati. Voleva Paredes, l’ha bloccato già a novembre e l’ha portato a casa. Adesso è in corso una diatriba per Sanabria che la Roma spera di vincere. WS ha una bottega fornita, stravede per Ntep, attaccante esterno dell’Auxerre, ma c’è una fila in tangenziale come se fosse il week-end più affollato dell’anno, Arsenal e Psg oggi nell’ordine. E per il futuro occhio a questi due nomi: il difensore Souttar e l’attaccante Gauld del Dundee United, piacciono moltissimo. L’operazione Nainggolan è stata un capolavoro di tempismo, se Pjanic partisse in estate sarebbe una plusvalenza da sballo (con Pastore sempre nei pensieri). Insomma, è una Roma con le idee chiarissime. Tornando a Paredes, ora bisogna trovare un accordo con la Samp, non sarà semplicissimo e si potrebbe arrivare agli ultimi giorni di gennaio. Spiego perché: la Samp è d’accordo, ma non alle condizioni della Roma. Paredes oggi è infortunato e tornerà tra un mese. Prenderlo in prestito secco fino a giugno non avrebbe molto senso, in prestito per un anno e mezzo molto più senso. Magari stabilendo un diritto di riscatto per la metà e da quest’orecchio Sabatini non ci sente. Ecco perché bisognerà discutere, nella speranza di trovare una soluzione che accontenti tutti.
Ps Spinelli non ha ancora esonerato Nicola, magari lo farà presto. Pensa a Di Carlo, ma quest’ultimo aspetta il Sassuolo. Spinelli si tolga questo dente, avrà la controprova. Quest’anno ha battuto tutti i record. L’ultimo: prima di Livorno-Parma ha detto “i rinforzi solo se vinciamo”, o qualcosa del genere. Applausi. Questo significa rispettare l’allenatore che lo ho portato in serie A, che non gli ha chiesto rinforzi. Semplicemente perché l’educato Nicola pensava che in qualche modo il suo presidente, una vita nel calcio, avrebbe capito che non si può attraversare l’Oceano con una barchetta. Ora Spinelli, mille idee e zero investimenti, si appresta alla decisione dell’anno: via Nicola. Magari lo faranno ragionare, magari stavolta sarà inutile. Perché non ci va lui, in panchina? Scoprirebbe come funziona: una barchetta nell’Oceano, senza neanche un salvagente.
Fonte: Alfredo Pedullà per Tuttomercatoweb.com
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