Altro posticipo domenicale per gli azzurri, dopo la “dolce” serata del San Paolo contro la Juventus. I ragazzi di Benitez scendono in campo al Tardini contro un agguerrito Parma dell’ex Donadoni, convinto di poter restare agganciato al treno Europa League. Il fischietto prescelto per il match è il quarantaduenne Mauro Bergonzi, della sezione di Genova. Promosso ad arbitro internazionale nel 2009, l’assicuratore ligure fa il suo esordio in Serie A il 7 dicembre 2003 in Lecce-Parma 1-2. E’ alla dodicesima stagione nella CAN di A e B ed ha collezionato 144 presenze nella massima serie. Ha una media di circa cinque cartellini gialli a partita. Il rosso non è il suo “forte”, lo estrae solitamente una volta ogni tre uscite. Anche per quanto concerne i rigori la media non è altissima, il calcolo parla infatti di un penalty assegnato ogni quattro sfide. Sono venti i precedenti con la compagine azzurra, con un bilancio totale di nove vittorie, sei pareggi e cinque sconfitte. Il primo “incrocio” risale al 2003 in cadetteria, con il Napoli che vince contro il Pescara 1-0. Uno dei due precedenti in Coppa Italia è con sconfitta peri partenopei: Roma-Napoli 2-1 del’8 gennaio 2006, gara disputata a porte chiuse per ordine del prefetto della capitale Serra (a causa degli scontri avvenuti nel match di andata al San Paolo). Il ricordo “indelebile” nella memoria di Bergonzi e dei supporters napoletani è comunque quello del 27 ottobre 2007, giorno di Napoli-Juventus 3-1. Sul risultato di 1-1, il fischietto genovese assegna due rigori per interventi considerati fallosi ai danni di Lavezzi e Zalayeta. Le polemiche del post-gara sono accese più che mai, con proteste reiterate da parte dell’allora presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli. Ne consegue un’iniziale squalifica inflitta dal Giudice Sportivo Tosel all’uruguagio Zalayeta per simulazione, successivamente annullata dalla Corte di Appello Federale (per la valutazione di altre immagini testimonianti la trattenuta dell’allora difensore juventino Legrottaglie proprio ai danni dell’attaccante partenopeo, precedente al salto dello stesso sull’uscita di Buffon). Dopo quella partita, Bergonzi subisce una squalifica di un mese dalla categoria con la momentanea retrocessione in Serie B. A ciò si aggiunge il “ripudio” della Juventus, squadra non arbitrata per le successive tre stagioni. Il Napoli, invece, lo incontra sulla sua strada due anni dopo: Napoli-Chievo 2-0, 20 dicembre 2009. Nelle seguenti tre uscite, tra cui Milan-Napoli 1-1 del 21 marzo 2010, Bergonzi lascia lo zampino in Lazio-Napoli 2-0 del novembre 2010. La rete da cui scaturisce il vantaggio dei biancocelesti è viziata da un evidente tocco di braccio di Mauro Zarate, non ravveduta dalla terna arbitrale. Altra partita spinosa per l’assicuratore ligure è sempre legata allo Stadio Olimpico: Roma-Napoli 0-2 del 12 febbraio 2011. In quel “derbi del Sole” Bergonzi non riesce tenere il polso della situazione, toppando clamorosamente la gestione dei cartellini. Il forte nervosismo in campo, con episodi violenti da ambo i lati, non viene pacato. L’episodio “principe” del match resta legato al deplorevole “doppio sputo”tra Rosi e Lavezzi, gesto che costa ad entrambi tre giornate di squalifica e costringe il Pocho a saltare il big match scudetto contro il Milan. In Cesena-Napoli 1-3, l’arbitro sull’1-1 espelle giustamente Benalouane per somma d’ammonizioni, consentendo così all’allora formazione di Mazzarri di completare la rimonta e sbancare il Manuzzi. In Napoli-Inter 1-0 del 26 febbraio 2012 il fischietto genovese annulla un gol agli azzurri per fuorigioco ed espelle Aronica per fallo da ultimo uomo. Decisioni non contestate. In Fiorentina-Napoli 1-1 del 20 Gennaio 2013 mette in luce nuovamente il suo punto debole: la mancata capacità di gestire la gara ed affievolire le tensioni tra i calciatori in campo. Sfodera con troppa facilità il cartellino giallo, senza riuscire ad ottenere l’effetto desiderato. Grida tra l’altro vendetta un off-side inesistente che ferma Goran Pandev, lanciato in piena azione da rete nel secondo tempo. Napoli-Livorno 4-0 del 6 ottobre 2013 non è inficiata da particolari sviste o prese di posizione discutibili. Il penultimo ricordo porta a Lazio-Napoli 2-4 del 2 dicembre 2013. Anche in quella occasione la sua direzione è più che sufficiente, con la “ciliegina” della rete annullata nel primo tempo ad Higuain: giusta la segnalazione per la posizione di fuorigioco dell’attaccante argentino. L’ultimo ricordo è legato nuovamente all’Olimpico: semifinale d’andata di Coppa Italia del 5 febbraio 2014, Roma-Napoli 3-2. Meno piacevole è la sua direzione, con la complicità negativa degli assistenti. Grilli non segnala infatti al 13′ la posizione irregolare di Gervinho servito da Totti, con l’ivoriano che deposita il pallone alle spalle di Reina per l’ 1-0. Dicutibile anche la gestione delle ammonizioni. Giusta invece la regola del vantaggio applicata nella ripresa dopo un contatto tra Benatia ed Higuain: sul proseguimento dell’azione Mertens scatta verso la porta giallorossa e sigla il 2-2. L’assicuratore ligure ne ha viste e “sviste” tante. I designatori contano su di lui come “usato sicuro”…
A cura di Antonio Fusco
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