Intrigo Ogbonna. Ma la Juve non si scompone. Nonostante il mercato non offra mai certezze, nonostante l’ennesima fumata grigia, nonostante le indiscrezioni su un rilancio del Napoli, le sensazioni bianconere restano positive.
TAVOLO – Già martedì, in fondo, era stato tratteggiato un vertice importante ma non definitivo, così nessuno si meraviglia inizialmente quando, dopo due ore di colloquio, l’annuncio atteso, e per molti ovvio, non arriva. I dirigenti di Juventus e Torino si incontrano, come nelle precedenti occasioni, negli uffici della Cairo Communications in via Magenta a Milano: l’ad Beppe Marotta e il ds Fabio Paratici entrano alle 10,30, raggiunti un quarto d’ora dopo dal presidente granata. Al tavolo siede anche Gianluca Petrachi, ds del Toro, però la composizione non è la stessa della riunione fiume d’un mese fa e della cena della scorsa settimana: è presente infatti anche Giovanni Branchini, agente del difensore, a testimonianza (ma non c’è bisogno: Marotta ha confermato urbi et orbi) della fase avanzata della trattativa.
RITARDO – Quando Marotta e Paratici escono, attorno alle 12,30, Branchini rimane dentro ancora una mezz’ora. Altro colloquio con Cairo, con il quale rimangono da definire dettagli, mentre con la Juve è tutto a posto da un pezzo: quadriennale da 1,7 milioni di euro a stagione più bonus. Ma allora, da cosa nasce il ritardo? Essenzialmente dall’urgenza relativa della Juve (l’importante è che Ogbonna sia arruolato per il ritiro di Chatillon: mancano otto giorni), dal fatto che il ragazzo sia in vacanza all’estero e tornerà solo lunedì, da necessarie limature sulla valutazione (ma ormai è delineata: 12 milioni) e dalla definizione della contropartita tecnica da inserire. La scelta è caduta da tempo su Ciro Immobile e la Juve è pronta a cedere la sua metà, però Cairo desidera l’intero cartellino e le trattative con il Genoa rallentano – per i pessimisti minano – l’operazione. Così la Juve vaglia anche l’alternativa di acquisire Ogbonna attraverso un esborso cash, riservandosi (eventualmente) di riallacciare più in là i colloqui per l’azzurrino. Premesso che il presidente rossoblù Enrico Preziosi, dopo i proclami d’inflessibilità, apre uno spiraglio, rimane, per la seconda opzione, il nodo della rateizzazione. Ed è qui che le discussioni si arenano davvero.
PREVENTIVO – Finirebbe come al solito. Con un nuovo appuntamento e la vecchia sensazione di dover solo pazientare, sennonché, negli hotel milanesi dove si tesse il mercato, sbuca fuori la voce che dietro la pretesa di Cairo di ottenere il pagamento immediato ci sia l’inseirmento del Napoli, disposto ad accontentarlo, addirittura spingendosi a 15 milioni. Il club azzurro smentisce – un’offerta l’aveva fatta tempo fa, cedendo poi il passo alla Juventus – né dall’entourage di Ogbonna sottoscrivono, ma va registrata un’altra versione che vuole il rilancio non effettuato, ma meditato: il Napoli non sarebbe causa della fumata grigia, semmai riapparirebbe per effetto della medesima. D’altro canto, il preventivo che il presidente Aurelio De Laurentiis ha avuto per Lorenzo Astori è salato e allora conviene, finché non c’è firma con la Juve, valutare la possibilità di strappare il centrale azzurro.
SMENTITA – In corso Galileo Ferraris non commentano, però sorridono: l’impressione è che si sentano tranquilli – forse si fidano della smentita del Napoli e forse capiscono che è il gioco delle parti ed è giusto -, in ogni caso anche al Toro confermano che un nuovo appuntamento è già fissato. Evidentemente, la paventata rottura non è. E l’asta, al momento, è un’ipotesi.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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