Che da un po’ con il Tottenham ci sia un certo feeling, beh, non è un mistero, però l’ultimo nome aggiunto sul taccuino del Napoli lo conferma senza più ombrei: Moussa Démbelé, here we go. Ci siamo, ecco un altro giocatore degli Spurs finito nel tourbillon del mercato del centrocampo azzurro dopo Capoue (a gennaio) e Sandro (piena estate), e soprattutto nel bel mezzo della questione-Gonalons. Un affare agognato, certo, però pieno di giravolte e piroette. Ma tant’è. E allora, se la Francia non si scalda si può sempre andare di Belgio: il calcio che avanza, il calcio dei fratelli di Mertens. Meglio non farsi trovare impreparati.
ARTE FIAMMINGA. Occhi sul Brasile. Occhi e mirino puntati sulla terra del calcio Mondiale e sulla squadra che del Napoli ha già uno dei punti cardine: la Nazionale belga. La casa di Dries il grande, nonché quella di Fellaini, Vermaelen, Vertonghen e Démbelé: tutti uomini che Rafa ha monitorato sin dal suo arrivo in azzurro; tutta gente che gli uomini del pool azzurro di mercato hanno in qualche modo valutato, nell’arco dell’ultimo anno, e magari anche avvicinato (tipo Vermaelen, un po’ di tempo fa protagonista di una cena a Londra molto napoletana). Passione fiamminga, c’è poco da fare.
IL PROFILO. Bene, dunque, le radici del mercato nelle Fiandre: la terra e la culla di Mertens, sì, ma anche di Démbelé. Moussa: un maliano d’origine nato ad Anversa, capitale di un Belgio che, dal 2006, è anche la sua Nazionale (dopo l’intera trafila delle selezioni giovanili). Ventisette anni da compiere il 16 luglio – un giorno prima dell’inizio del ritiro del Napoli -, 78 chilogrammi e 185 centimetri, Démbelé è un ex centrocampista offensivo che, negli anni del Fulham (2010-2012), ha affinato disciplina e senso tattico e completato una vera metamorfosi, più che una trasformazione: diventando un centrocampista centrale. Un mediano, più che un esterno d’attacco, nonostante numerosi trascorsi nel tris di trequarti alle spalle della punta (alla Callejon, per intenderci, sebbene con caratteristiche diverse). Sì, è più che altro così che ha giocato nel Tottenham in questa stagione: al fianco di Sandro o Paulinho davanti alla difesa, e solo raramente più avanzato. Anche al Mondiale, nella prima partita con l’Algeria, l’unica della prima parte della sua esperienza brasiliana, il C.t. belga Wilmots lo ha fatto partire nella coppia titolare di mediana.
IL JOLLY. Di lui, tra le caratteristiche più apprezzate, piace soprattutto la capacità di coprire sia la fase difensiva, sia quella offensiva. E il tiro, anzi l’attitudine al gol, non manca mica. Un jolly, insomma, un giocatore capace di ricoprire più ruoli e un’arma in più nei cambi tattici in corsa tanto cari a Rafa: niente male, come profilo.
Fonte: Corriere dello Sport
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