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Napoli, parte l’operazione Cirigliano

Per l'esterno sempre in ballo Armero e SChelotto

E vai col tango: guida il ballo Ezequiel Cirigliano da Ciudadela. Vamos Napoli: in Argentina, destinazione Monumental, la casa del River Plate e di un ragazzo di 20 anni che, secondo il costume molto latino di individuare in un clic la somiglianza e il paragone più calzante, tutti definiscono il nuovo Mascherano. Ah però: El Jefe, il capo, il capitano prescelto da Maradona in Sudafrica per la Seleccion mondiale e il pilastro milleusi del Barcellona. Mica male, lo specchio. Ottimo il confronto. E neanche fuori luogo, verrebbe da dire: non è un caso se il Matias Almeyda allenatore ed ex giocatore, uno che di centrocampisti di qualità e quantità se ne intende eccome, abbia deciso di lanciarlo alla ribalta nella stagione più difficile e rovente della gloriosa storia del River: quella della Primera B e dell’operazione rilancio. Centrata in pieno con tanto di promozione.

LA GRINTA – E allora, alla scoperta di questo mediano fisico, solido, grintoso come nella migliore delle tradizioni argentine, che nell’ultimo campionato ha prima conquistato la maglia da titolare dei Millonarios, e poi ha preso in mano il centrocampo disputando 17 partite di ottimo livello. Incontrista forte e inesauribile, brevilineo (69 chilogrammi distribuiti su 171 centimetri), Cirigliano detto Ciri è nato nella provincia di Buenos Aires ed è cresciuto nel vivaio del River Plate. Alta scuola, insomma, e tutta la trafila delle giovanili. Stesso discorso con la Nazionale: nel 2009 gioca il Mondiale Under 17 e nel 2011 viene invece convocato per il Mondiale Under 20.
L’AFFONDO – Il Napoli lo segue già da un bel po’, da quasi due anni si può dire, e se le prime relazioni erano positive ma necessitavano di conferme, le successive hanno sbaragliato il campo dai dubbi: visionato dal vivo, conosciuto, avvicinato, un paio di cene e via. Il verdetto: è pronto, piace, d’accordo. E’ pronto per essere prelevato e portato in Italia, fermo restando un accordo da limare e definire con il River, e anche la concorrenza di qualche club blasonato (piace al Manchester United, ad esempio): l’operazione è calda, in stato anche piuttosto avanzato, ma se sarà conclusa e il ragazzo diventerà azzurro, bisognerà capire se sarà integrato immediatamente oppure in un secondo momento. La storia è semplice: il centrocampo azzurro, anzi il reparto mediani è molto affollato attualmente, e dunque sarà necessario operare anche in uscita, oltre che in entrata. L’affondo, comunque, è partito: il Napoli è in prima fila.
DI MODA – Da un argentino a un altro, Ezequiel Schelotto (23). Che è tornato di moda nel momento in cui Mazzarri ha spiegato che, nel caso in cui saltasse l’operazione-Balzaretti, non gli dispiacerebbe un uomo di fascia destra per completare il suo progetto tattico. La freccia dell’Atalanta piace molto ed è tenuto in ghiaccio: la composizione del puzzle di mercato, è bene precisarlo e sottolinearlo, non prescinde infatti da lui, da Federico Balzaretti (30), il pallino dell’allenatore azzurro, corteggiato da mezza Italia.
I RILANCI – Si attenderà finché si potrà e finché ci sarà speranza, altrimenti è probabile che il tecnico dia l’imprimatur definitivo per aggregare Schelotto e dall’altro lato insista sull’accoppiata Zuniga-Dossena. Sì, perché se il colombiano è considerato il titolare, anzi il titolarissimo, il compagno – gradito anche dal Milan – è piaciuto molto nel corso del ritiro. Si vedrà. E si vedrà anche cosa nascerà, cosa scaturirà dai rapporti De Laurentiis-Pozzo: Pablo Armero (25), il trattore moro che ha seminato vento – e talvolta tempesta – sulla fascia sinistra dell’Udinese, è una trattativa tra presidenti. E’ un affare gestito direttamente dal numero uno azzurro con il collega: un’ipotesi mai tramontata del tutto, nonostante la concorrenza della Juve.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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