O di qua o di là: perché stavolta si entra nel vivo e c’è un bivio dinnanzi. O la Milano nerazzaurra o una Napoli (interamente) azzurra: il destino di Alvaro Pereira (27) va scelto, seguendo il profumo (e la consistenza) dei soldi. Rien ne va plus (forse) e però i giochi non sono fatti, ma sono in via di definizione, perché il big ben è in lontananza e sembra già ascoltarne i rintocchi: la uno o la due, allora? Il Porto s’è rinchiuso in seduta plenaria, ascoltate le «vecchie» e ormai irremovibili offerte di De Laurentiis e rilette le consistenti avances presente da Marco Branca, volato un attimo da Pinto da Costa per affrontare di persona la vicenda e tentare d’indirizzarla: il braccio di ferro a distanza è destinato a restare in vita per ancora qualche giorno, ma l’asta è da escludere a priori, mancando la volontà di almeno una delle contendenti.
STAND BY -L’Inter è scesa in campo ed ha sistemato sul tavolo un (virtuale) pacco di soldi: per avere Alvaro Pereira, sono stati preparati dieci milioni di euro e un bonus d’un altro milione e mezzo, la cifra che alla fine fa la differenza con la proposta arrivata dal Napoli in tempi non sospetti e prima avvicinata e poi superata dalla missione a sorpresa di Branca, che ha anche sottoposto al giocatore una bozza di contratto quadriennale, ricevendo il benestare ad andare avanti. La sfida è lanciata ma la strategia di De Laurentiis non prevede rilanci, né atteggiamenti afflittivi nel caso in cui la trattativa dovesse sfumare. L’attesa rimane interessata e però anche distante e non contempla alcun spargimento di ulteriore danaro: il piano d’avvicinamento all’esterno uruguaiano è rimasto invariato e vale quanto già espresso nei precedenti incontri con i manager del calciatore e nei contatti con il Porto. Non un euro in più.
L’ATTACCO -L’Inter è andata oltre. Riflettendo sulle esigenze d’organico e sulla necessità di dotarsi di un altro mancino per arricchire il proprio organico: Alvaro Pereira è spuntato nei pensieri prima come ina possibilità vaga, poi sempre più concreta, e adesso sembra sia divenuta una priorità, da incastonare però nelle esigenze di bilancio, che comprendono anche una serie di ingaggi sontuosi simili a zavorre. E allora dipenderà dal Porto, dalla formula vagliata da Branca per arrivare all’uruguayano, dagli eventuali ratei di pagamenti preferiti: il Napoli se ne sta arroccato sulle proprie posizioni e lascia intuire che quel tesoretto di dieci milioni di euro stanziato per il mancino che piace non verrà integrato.
LEZIONE DI GRECO -C’è persino già un piano B che è stato approntato a Castelvolturno e che, verificata la vocazione del soggetto in questione, può essere considerato attendibile: Vasillis Torosidis (27) esterno di destra dell’Olimpiacos d’Atene, l’avversario in amichevole di dopodomani, ha rappresentato argomento di considerazione ed è divenuto una opzione da tener presente in questa fase finale del mercato. Il curriculum del greco, titolarissimo della propria Nazionale, induce a ritenerlo un obiettivo: Torosidis è considerata la controfigura ellenica di Christian Maggio, risulta versatile e – nell’emergenza – saprebbe eventualmente spingere anche a sinistra, rientra tra i parametri tecnici suggeriti da Mazzarri (che sulla corsia mancina si ritiene sufficientemente coperto da Zuniga, da Dossena e dal jolly Aronica) e, aspetto non irrilevante, risponde appieno anche alla politica societaria, ch’è rispettosa del fair play finanziario. E se Alvaro Pereira dovesse virare direzione la Pinetina, la svolta sarebbe nell’aria….
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.