NAPOLI – Et voilà: i giochi (non) sono fatti, ma ormai, in quel macro-universo che va dalla Franca alla Francia, ciò che resta all’orizzonte è la sagoma imponente d’uomo chiamato cavillo. Il mercato è una palude e il rischio di scivolarci dentro va evitato accuratamente: ma mentre intorno sta per scatenarsi la ressa, la legittima difesa nasce intorno ad un colosso da far paura ( «un animale da calcio» ), l’uomo per mascherare i difettucci emersi qua e là nel corso d’un quadriennio vissuto in altura e però immalinconito da una serie di piccoli (grandi) rimpianti.
RIECCOLO – Ricapitolando: è dal riassunto delle puntate precendenti (in Francia) ch’emerge quel gigante che ha piede, fisicità, muscoli e persino l’esperienza giusta per andare ad infilarsi con irruenza nella difesa a quattro. Tutto torna e soprattutto ciò che resta nella memoria ricompare: e quando Rami («galletto» però di casa al Valencia) è diventato irraggiungibile, dal data-base di Castelvolturno è ricomparso Nicolas N’Koulou con tutta la sua stazza, i capelli rasta e quel po’ di indicazioni offerte a Bigon e Micheli che lo avevano scrutato a lungo nella primavera passata, in coppa e in campionato.
PRIMA SCELTA – L’elenco degli abili (ed arruolabili) era ed è nutritissimo (c’è Rami ma c’è anche Vertonghen, c’è Skrtel e ci potrebbe essere anche Astori) però nell’ombra, a lungo, viene tenuto il centrale dell’Olympique Marsiglia, un desiderio inconfessabile (per evitare) il rischio concreto di un’asta. Qualcosa si può leggere tra le righe delle prime dichiarazioni «cifrate di N’Koulou», che nel maggio scorso s’è scoperto, lasciando intuire la presenza indiscutibile di pretendenti all’orizzonte: e infatti, dietro le siepi (oppure oltre la pineta di Castelvolturno), il Napoli s’è accartocciato ed osserva e studia e (soprattutto) aspetta: «Vada come vada, a fine campionato lascerò Marsiglia, città che amo. E lo farò anche se dovessimo arrivare in Champions».
QUANTE CHANCE – In principio, fu ressa: perché sbirciando negli archivi e lasciandosi attirare dai sussurri del passato, dal Milan alla Juventus, dal City al Newcastle, dal Monaco al Siviglia, la fila dei pretendenti è andata ingrossandosi, esaltando l’autostima d’un camerunense che all”Equipe, in epoche neppur tanto sospette, si è espresso in assoluta sincerità: «Non vorrei andar via ma mi piace l’idea di impormi. Vedremo, possono succedere tante cose. E comunque non sono insensibile ai rumors…».
LUI CHI E’ – Il curriculum vitae introduce abbastanza «nel» personaggio e però, al di là delle centocinquanta presenze (circa) in Ligue 1 (con Monaco e OM), sui taccuini degli 007 che l’hanno spiato in lungo e in largo ci sono tracce che riconducono a Kolo Touré: «Ha potenza, ha velocità, ha versatilità, può fare il centrale, il terzino e persino il mediano. Ha carattere e grinta». Ha l’Italia in testa e per scoprirla gli è bastato (ovviamente) Samuel Eto’o, utile per abbeverarsi su un calcio che sta per spalancargli le porte.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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