I soldi costano, eccome, e quindi un «tesoretto» vale di più: è il passepartout per regalarsi un sogno, è l’«arma» vincente per scuotere la paralisi, è la forza esplosiva per scardinare le eventuali resistenze.
E’ il mercato del low cost, e probabilmente diventerà l’estate del last minute, degli sconti, dei pagamenti dilazionati, della ristrettezza: e chi può presentare danaro, ha più possibilità di vedere cammello.
E’ un Napoli grandi firme, quattro uomini per confermarsi come star d’un calcio senza frontiere, per sentirsi sempre più vicino alla Juventus ed al Milan ed insidiarle nella corsa allo scudetto: e in questo trimestre da attraversare tutto d’un fiato, con l’irruenza delle idee, diviene più semplice ragionare con il cuore, solitamente affiancato dal portafoglio.
OUI, JE SUIS – Il conto in banca rappresenta lo stato di salute d’un club che da quando è rinato, estate del 2004, ha sempre saputo destreggiarsi tra entrate e uscite e quel salary cap autonomamente istituito – istituito ancor prima che provvedesse il fair-play finanziario – ha prodotto benefici palpabili e consentito di investire a pioggia: diciotto milioni per Inler, altrettanti nella stagione precedente per Cavani, undici recentemente per Vargas, tre facce d’un progetto sviluppato intorno ai talenti ed alle loro peculiarità. Ma non finisce qua, perché il tredici giugno c’è un’altra pioggia di euro, con Lavezzi che aprirà (ufficialmente) il mercato francese, accomodandosi al Psg, e il versamento di ventisei milioni e mezzo di euro che permetterà a De Laurentiis di pianificare con lucida attenzione il futuro.
CIAO, CIAO – Il caveau di Castelvolturno è ampio, ha spazio, e in campo (virtualmente) ci sono uomini in giro per l’Italia (e per l’Europa) da immettere sul mercato, cessioni come Cigarini che possono ulteriormente consolidare il patrimonio economico, rientri dai prestiti o comproprietà da risolvere, che rappresentano – a modo loro – linfa essenziale per potersi poi ricostruire dentro, con quel difensore, quel centrocampista, quell’esterno e – magari – quella punta, tratteggiati nel piano del 30 maggio con Mazzari. Quaranta milioni di euro per rinnovarsi, per rinforzarsi.
VIVE LA FRANCE – I soldi pure nel calcio non sono tutto, ma aiutano a vivere meglio, persino bene, come testimonia il recente passato e le scelte che hanno trascinato due volte in Europa League ed una in Champions: e ora che tra un pocho e i suoi fratellini, qualche cheque verrà girato, la volontà di intervenire nelle zone e nei ruoli ritenuti meno solidi potrà essere assecondata con lungimiranza. Aly Cissokho è l’obiettivo della corsia di sinistra, l’esterno da inserire in organico per formare la coppia mancia con Dossena e liberare Zuniga (principalmente) per quella di destra: le relazioni sul fluidificante sono confortanti ma le richieste del Lione ancora eccessive ed una florida condizione economica non induce certo a largheggiare. Ci sono – ci sarebbero – due milioni di euro a far la differenza tra offerta e richiesta ma c’è – eh sì, c’è – pure un tam tam mediatico che sottolinea la volontà del Napoli di acquistare e quella del Lione di cedere. Saranno giorni di riflessione, di naturale meditazione, perché gli affari sono affari per chiunque, per chi vende ma pure per chi vuol comprare.
TOP PLAYER – Le linee guida per restare nell’élite, quel desiderio che ha finito per accomunare De Laurentiis a Mazzarri, inducendoli a superare le antiche divergenze e trovando inaspettate convergenze nella stesura del Napoli che verrà sono inchiodate alle pareti della memoria: un difensore autorevole, possibilmente destro; un centrocampista centrale che sappia essere un leader; un attaccante che possa rappresentare l’erede di Lavezzi ed aiuti con Pandev e Cavani sia Insigne che Vargas a crescere, e poi l’uomo di spinta per.
Il pallone non sta mai fermo, rotola, si lascia leggere dentro, comunica di sirene tedesche (Wolfsburg) per Gargano: il Napoli aspetta, chi ha un tesoro, ha più di un amico (al mercato).
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.