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Mercato made in Italy. In pole Benatia e Cerci

Per l'attacco piace il giocatore dell'Ascoli Simone Zaza

Il made in Italy ha un suo perché: e in quell’elenco bis (verrebbe da dire parallelo) c’è materiale in abbondanza da osservare con cura, da manipolare (strategicamente) con cautela e da lasciare analizzare da Rafa Benitez con la calma che in genere può rappresentare la virtù dei forti. Il mercato dalla A alla Z attraversa l’Italia intera, con puntate al Nord e al Centro, con destinazione (eventualmente) al Sud: benvenuti a Napoli, potrebbero dire a ognuno di loro, o bentornato, però prima servirà l’ok d’un tecnico che vuol farsi un’idea compiuta su chiunque, che intende studiare nel minimo dettaglio qualsiasi elemento già monitorato, per verificarne le capacità di adattamento in un sistema assolutamente inedito, che di made in Italy ha però (tatticamente) poco e che vuole averne.

LA DIFESA – A come Astori, che nel suo piccolo s’è già ritagliato uno spazio nei taccuini di Bigon, che nel gennaio scorso è stato vicinissimo (assieme a Nainggolan), che Benitez ha sistemato ben prima di Benatia innanzitutto per l’abitudine di giocare a quattro, che è nel giro della Nazionale (e non è poco), che sa d’essere un possibile innesto e infatti, pur avendo il «debole» per Allegri, un maestro, ha già spalancato una finestrella: «A chi non piacerebbe giocare in una squadra che ha chiuso al secondo posto in campionato?». Già: trattativa mai (seriamente) congelata, mai (compiutamente) decollata, con la Roma che si ritrova in pole. E allora A come Armero, che va semplicemente riscattato, che può essere educato a fare il quarto basso a sinistra ma che sa anche fare il terzo tra le linee. Napoli chiama, l’Udinese risponderà.
IL CENTROCAMPO – C’è un organico da mescolare, caratteristiche nuove da reclutare e Alessio Cerci ha il talento necessario per poter ritrovare uno spiraglio come protagonista d’un mercato che s’annuncia vibrante: i colpi non gli mancano, né l’autorevolezza nella giocata, però va rivisto, analizzato in tutti i suoi aspetti. E comunque nel listone Cerci c’è, avendo gamba e ispirazione, quel pizzico di genialità che non guasta mai ed anche un po’ di sregolatezza. La tentazione è sempre attuale, però serviranno giorni e una serie di dvd per consentire a Benitez di arricchire le personalissime conoscenze.

L’ATTACCO – Il segno di (Simone) Zaza resta, però non è ancora evidentissimo: l’operazione è chiaramente in prospettiva, va eventualmente concretizzata per il futuro, un investimento a lunga gittata. Ma il ragazzo ha il fiuto del gol, come dimostrato ad Ascoli, ed un contratto in scadenza nel 2014 che ha indotto a muoversi: c’è l’inevitabile ressa, c’è il desiderio di rimanere in corsa, ma ci sono anche priorità altrove. Però dalla A alla Z c’è un microuniverso che galleggia fiduciosamente nel golfo di Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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