NAPOLI – E adesso viene il «bello»: perché l’anticipo porta vari benefici, tra cui quello di potersene stare in pantofole, in poltrona, a gustarsi lo spettacolo; e semmai ad osservare distrattamente ciò che succede, pianificando il futuro e poi sperando che spunti un affare, ma un affare vero, nel quale lanciarsi però senza ansia, senza stress. Il mercato è immutabile nei suoi contenuti e quando lo hai già affrontato (di petto), puoi rifugiarti in te stesso e limitarti a studiarlo o ad analizzarlo a scrutarlo con placida indifferenza: perché Gabbiadini sta ormai per arrivare, Strinic si è già imbattuto nell’incredibile abbraccio del san Paolo ed ora accada quel che accada.
BRASIL. Il Napoli s’è portato avanti con il lavoro rispetto alla concorrenza ma è consapevole di dover rimanere comunque alla finestra ed analizzare se stesso attraverso le variabili impazzite ch’esistono e possono concretizzarsi da un momento all’altro, perché il futuro è sempre imprevedibile. Lo è quello di Henrique, tanto per fare nomi, che ha l’Internacional di Porto Alegre che s’è manifestato: la Patria, si sa, diventa un richiamo, ma solo a condizioni accettabili ed in presenza di garanzie che allo stato attuale mancano. Però, chi può dire quel che riserva il domani? Le occasioni, da una parte e dall’altra, quando arrivano vanno colte al volo. Henrique, dunque: dipende da lui, innanzitutto da lui, da quel che può concedere questo mese che si consumerà sull’asse Porto Alegre-Napoli, dalle chanches che il centrale (con licenza di ingegnarsi come esterno di destra) avvertirà per sé. Poi, si vedrà. I monitor di Castelvolturno sono rimasti accesi sull’olandese Vlaar (30), contratto in scadenza nel prossimo giugno con l’Aston Villa ma per il momento saldato alla Premier in maniera prepotente: però, dovesse servire un centrale, per l’improvviso ed (allo stato delle cose) inatteso addio di Henrique, si potrebbe procedere. Il resto è fissato per giugno: si comincerà a chiacchierare, a porre le basi per Darmian o anche per Meunier, per Van Rhjin – il preferito – e comunque per chi ha la vocazione a giocare a destra, da esterno basso, perché tra sei mesi saranno altre storie: Maggio, Britos e Mesto si svincoleranno a parametro zero, alla fine di questa stagione, e due su tre sono difensori di fascia, gente che spinge, che può partire e probabilmente sarà così. Poi ci sono le cessioni: Rosati ha porte socchiuse a Firenze, Radosevic aspetta di capire quale possa essere la destinazione migliore per giocare, alla sua età è un bisogno e un desiderio legittimo: non è ancora cominciata, questa giostra….
Fonte: Il Corriere dello Sport
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