Occhio, che morde: attenti a Medel, il pit bull del Ramon Sanchez Pizjuan di Siviglia, un «cagnaccio» che cento ne fa ed altrettante ne pensa, tra una giocata e l’altra. Occhio, che attacca: una volta sì e l’altra pure, togliendo il fiato, strapando il respiro (e il pallone), inseguendo chiunque e comunque e persino nella terra di nessuno. Occhio, dunque: c’è un uomo che ringhia nella penombra del calciomercato e la cronaca – separata necessariamente da qualsiasi personalissima opinione – racconta che ama farlo pure in discoteca oppure all’uscita del supermarket, in patria meglio ancora che all’estero; e c’è voluta pazienza, e tanta, a Claudio Borghi, per riuscire a resistere così tanto.
LE CARATTERISTICHE – Chi, Medel? Quello che s’attacca al corpo dell’avversario come l’edera alle pareti? Il passaparola rende l’idea e quella tentazione fiorita nella primavera scorsa, quando s’è intuito che Gargano avrebbe avuto un trimestre abbastanza rovente intorno a sé, s’è arrampicata in Bigon prepotentemente e (ovviamente) silenziosamente, perché il mercato è una giungla oppure anche una foresta. Gary Medel è il Gargano cileno – oppure spagnolo – la controfigura il carta carbone d’un mediano che nel Napoli s’è rivelato centrale e che a Mazzarri interessa eccome, perché concede ritmo, recupera palloni, ridimensiona i registi avversari, esalta il proprio calcio muscolare e concede agli esterni il privilegio di sentirsi registi. E allora, avanti adagio, rimanendo nell’ombra, avvicinando il Siviglia che con Del Nido, il presidente, ha praticamente confermato ( «una squadra italiana mi ha chiesto il prezzo di Medel» ) e poi rielaborando la strategia di sempre: silenzio ad oltranza, in attesa che meturino gli eventi e, soprattutto, che cali l’attenzione mediatica e di conseguenza il prezzo.
PAZZA ESTATE – Chi, Medel? Quello che nella giornata di riposo durante il ritiro con la Naizonale, a sera, se n’è andato in discoteca con Vargas, s’è fatto pizzicare poco prima dell’alba ed è stato espulso dal ct, Borghi, che ora teme per la carriera? O quello che sabato, proprio mentre cominciava a scorgersi l’intersse del Napoli, dinnanzi ad un grande magazzino s’è lasciato un po’ andare, a confabulato a maniere sue con un tassista, gli ha promesso di spedirlo a miglior vita, mentre nei paraggi compariva una pistola? Cioè quello che poi è stato fermato e, prima d’essere rilasciato, su cauzione, è stato invitato a stare alla larga almeno un centinaio di metri, dall’abitazione del suo «antagonista» . Dev’essere complicato vivere da Medel, soprattutto se poi decidi di ingarbugliarti l’esistenza: e ora che il can-can s’è (vagamente) dissolto, però con Borghi che dice «spero che queste cose non siano pregiudizievoli» , s’è persino scoperto che nell’aria, recentemente, c’era profumo di Real Madrid e poi anche d’Inghilterra: insomma, il ragazzo ci sa fare, dal «basso» dei suoi venticinque anni. Poi s’è impicciato d’altro…
L’INTRECCIO – Chi, Medel? Gli otto milioni di (buoni) motivi per cederli, il Siviglia potrebbe scovarli in questi dieci giorni d’una estate pazza assai; e però, chissà mai se i sei milioni di (buoni) motivi che rappresentano l’offerta massima alla quale gli interlocutori potrebbero approdare, cominciano ad essere infarciti di controindicazioni. Però le relazioni valgono e negli scaffali di Castelvolturno, alla voce Medel, ci sono cerchietti azzurri che tendono ad illuminare l’orizzonte, nel caso in cui Gargano dovesse andar via, una serie di ok, il mediano è proprio giusto, che prescinde da ciò ch’è successo fuori dal campo. Per far la guardia alla coppa Italia ed alle aspirazioni di grandezza, vuoi vedere che può servire pure un pit bull, magari da istruire un po’?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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