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Luca Marchetti: “Il Napoli attende news da Pierpaolo Triulzi, agente di Cavani”

Ora all’Inter cominceranno le riflessioni profonde, quelle che segneranno le linee di una stagione. Quelle che segneranno i destini di molti, Stramaccioni compreso. Addossare tutte le responsabilità all’allenatore sarebbe davvero ingeneroso. Avrà le sue colpe, certamente, ma non è solo. Si dice sempre nel calcio: si vince e si perde tutti insieme. E all’Inter la riflessione deve essere a 360 gradi. C’è tutto in questa stagione da buttare: scelte di mercato, infortuni a ripetizione, errori arbitrali, linee guida (visto che anche la curva Nord ieri ha lanciato dei segnali piuttosto chiari). Bisogna riflettere su tutto: altrimenti si rischia un’altra annata di transizione. C’è ora la necessità di capire se continuare a credere in Stramaccioni o no. La fiducia a termine (o legata ai risultati) non serve più. Bisognerà capire chi eventualmente guiderà la squadra nerazzurra la prossima stagione: non servono le primarie, né tantomeno le quirinarie. Servirebbe uno che (come hanno chiesto i tifosi) incarni lo spirito della società e che abbia un profilo da grande squadra.
Bisogna capire se i nuovi arrivi facciano parte del progetto che si vuole intraprendere. Non è facile vincere, ma per vincere serve innanzitutto avere le idee chiare. Sarebbe più facile ripartire da zero, ma è impossibile. E allora bisogna avere le idee chiare. L’Inter ha un ottimo settore giovanile, ha in rosa i giocatori su cui puntare. Si può anche decidere di non vincere subito, di investire nel futuro. Fare anche di necessità virtù. In questo momento la Juventus, il Napoli e lo stesso Milan (che ha avuto un percorso inverso rispetto all’Inter nella stagione) sono lontane. E per colmare il gap non basta l’arrivo del solo Icardi, Andreolli, Campagnaro e Laxalt.
Bisogna capire anche la natura di tutti questi infortuni, che hanno seriamente messo in difficoltà l’Inter: lavorare con una rosa decimata è praticamente impossibile. Bisogna anche capire se tutte le voci su Leonardo (e anche il ruolo) corrispondano al vero oppure no. Se sono figlie di una stima che ha Moratti per il dirigente brasiliano o di un disegno che invece il presidente ha già in testa. Molti interrogativi, sicuramente a cui dare una risposta, in tempi relativamente brevi.
Era la sfida fra chi si giocava una stagione: ha vinto la Roma che nonostante sia al secondo allenatore non indovinato consecutivo metterà in mano il prossimo anno (ancora Andreazzoli?) una squadra dal grande potenziale: molto giovane e con grande tecnica. Anche a Roma dovranno scegliere con calma il prossimo passo: vietato sbagliare, soprattutto a fronte degli investimenti fatti.
In questo momento di difficoltà si inserisce la Juve, che per bocca di Marotta, dichiara che non ci saranno follie ma che la squadra sia migliorata. Il 3-5-1-1 consente a Conte di schierare insieme i FabFour del centrocampo. E magari può “spingere” la cessione di due punte (Matri e Quagliarella) per il famoso e famigerato top player, magari buttando dentro uno dei tanti giovani in giro per l’Italia a fare da quinta punta. Nomi dei big: Sanchez su tutti, ad oggi quello più appetibile e senza problemi di adattamento sia al campionato italiano sia alla convinvenza sia con Vucinic che con Llorente. Il Napoli (che continua a guardare in casa Udinese) attende news da Pierpaolo Triulzi, procuratore di Cavani, appena sbarcato a Napoli. Le offerte non mancano ma devono arrivare alla clausola. Molti sono i grandi giocatori che (ora) sono sul mercato: Rooney, Cristiano Ronaldo, Lewandovski, Falcao. Non altrettante le società che possono permettersi una spesa del genere, con il giusto prestigio. Le grandi manovre sono iniziate.

Fonte: Luca Marchetti per Tuttomercatoweb.com
La Redazione
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