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Lavezzi: “Mi piacerebbe tornare a Napoli.Cavani o Ibra?Entrambi fortissimi.Con Mazzarri mi sento tramite sms…”

"Non ho mai avuto un allenatore che lavora così bene dal punto di vista tattico come mister Mazzarri"

I colleghi giornalisti di Sky hanno intervistato l’ex attaccante azzurro Ezequiel Lavezzi in occasione del programma “I Signori del calcio”. La redazione di Iamnaples.it ha raccolto le importanti dichiarazioni che l’attaccante argentino ha rilasciato:

 

“Vincere per un calciatore significa provare una sensazione unica. E’ stato difficile quest’anno farlo subito al Psg perché sono arrivati tanti giocatori nuovi. Inoltre non era semplice per me calarsi in un campionato nuovo, alla fine insieme ai miei compagni abbiamo fatto molto bene. Quando ero in Italia mi trovavo come a casa mia. Quando sono arrivato a Parigi mi sono dovuto adattare alla nuova lingua ed alla nuova cultura, ed è stato molto difficile. Ci sono molti ristoranti italiani qui… anche se la cucina italiana è la migliore! Calcisticamente parlando il campionato francese è molto più fisico rispetto a quello italiano. Ho cambiato totalmente ruolo in mezzo al campo rispetto gli anni passati, adattandomi adesso a fare anche l’esterno. In una grande squadra è così, bisogna calarsi anche in nuove situazioni tattiche. Di me prima si diceva che ero un attaccante che segnava poco, adesso sono diventato un centrocampista che segna molto. Noi tutti vogliamo che Ancelotti rimanga. E’ un allenatore che ha un modo unico di approcciarsi con i propri giocatori. Penso che sia molto difficile litigare con lui. Anche con Mazzarri e con Reja ho avuto un buon rapporto, ma qualche volta ho litigato anche… Con Ancelotti è impossibile litigare. Verratti? Per me è un amico vero perché un bravissimo ragazzo. Ci esco sempre per mangiare insieme e spero che il nostro rapporto cresca sempre più. Consiglio da dargli? Decidere sempre la strada più giusta da intraprendere in ogni occasione. Cavani o Ibra? Sono giocatori diversi, fortissimi entrambi ma hanno caratteristiche diverse. E’ difficile dire chi è più forte. A Napoli ho avuto un bellissimo rapporto con Edi. A Napoli sono arrivato giovanissimo e la possibilità che mi ha dato quella piazza è stata una grande cosa per me. Mi piacerebbe tornare, non so se adesso ma sicuramente mi piacerebbe. E’ una città che mi ha dato tanto e che mi ha voluto sempre bene. Nell’ultimo periodo credevo che il mio ciclo fosse finito così ho parlato con il presidente per la mia cessione. Mi sento molto con i sudamericani, con Inler, Hamsik, Cannavaro ed altri ancora. Vado spesso a Milano perché ho amici e per fare shopping. Credo che sia il Milan che l’Inter sono due grandi club, ma non posso dire che andrò a giocare in uno di questi due. Noi argentini siamo molto simili agli italiani. Vado più d’accordo con la cultura italiana rispetto a questa francese in cui vivo attualmente, colpa forse del mio scarso vocabolario francese. Penso di tornare quanto prima in Argentina, lì ho mio figlio e sicuramente tornerò per lui. E’ molto bello giocare in Champions League: come calciatore è la competizione più bella nella quale si possa competere. Siamo consapevoli di aver dato tutto nelle due gare contro il Barcellona. Siamo usciti nel migliore dei modi a testa alza, con molta sfortuna. Non ho mai avuto un allenatore che lavora così bene dal punto di vista tattico come mister Mazzarri. Mi ha fatto crescere molto, mi parlava e mi diceva sempre cosa dovevo fare. Mi suggeriva sempre qualsiasi movimento da fare. E’ grazie a lui che sono cresciuto così tanto in questi ultimi anni. Magari non sono riuscito a fare più gol, ma credo di aver mantenuto la costanza giusta per tutta la stagione scorsa. Parlavamo tanto non solo di calcio. Ogni tanto ci sentiamo ancora via sms… Col passare degli anni credo di esser cresciuto come uomo e come calciatore, questo è molto importante perché mi dà stabilità in ciò che faccio. La mia personalità è sempre la stessa. Le cose che facevo continuo a farle sempre. Oggi sicuramente ci penso di più prima di fare una cosa. Sono molto contento di ciò che ho fatto fino adesso. Il primo gol in Italia l’ho fatto contro l’Udinese. Quando arrivai ero grasso e mi criticavano molto, ma quella fu la partita che mi fece ricredere. La partita vinta a Torino contro la Juventus fu la vittoria più sensazionale. Mentre quella in cui ho segnato è stata quella con il Chelsea in casa. Il match più importante in assoluto è stata la finale di Coppa Italia. Ridare la gioia di una vittoria ai napoletani è stato importantissimo.”

 

 

La Redazione

G.D.

 

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