Provate voi a contare dodici milioni di euro, uno sull’altro, sistemati sul tavolo appena nel gennaio scorso per arrivare a Vargas. E, dopo averli accantonati in un angolo, per avere il pallone d’argento del Sud America, provate voi a spazzarli via. Non ci vuole un mago, per capire che così non si fa; né serve essere una massaia, per riflettere sull’opportunità di rimettersi comoda a fare il conto della spesa: la crisi c’è, ovunque, ma serve anche massimo rispetto per i soldi propri (e pure per quelli altrui, sia chiaro). E comunque val la pena di meditare su Eduardo Vargas, al di là di ciò che ha fatto vedere: lo vogliono in tanti, in Italia (il Pescara), e all’estero (il Gremio), ma quella è stata una scelta mirata alla quale va concessa fiducia.
Però, intanto, bisogna dare un’occhiata intorno: ad Aurelio De Laurentiis, venuta da qualche settimana l’idea di ridare slancio alla carriera di Ciro Immobile (22), che nella Genova rossoblù sta faticando e che ora si ritroverà chiuso dall’arrivo di Floro Flores. La chiacchierata esplorativa ha avuto esiti interlocutori, ma c’è più di un mese davanti a sé per tentare di riuscire in un’impresa, perché la Juventus (comproprietaria) non sembra disponibile a concedere aperture e perché altrove – a Palermo, soprattutto, dove lo aspettano a braccia aperte – l’attaccante si ritroverebbe con qualche chanche in più per giocare.
Però la tentazione rimane ed è quella più consolidata, perché perfettamente in linea con la filosofia di un club che ama le sfide ad oltranza, che preferisce innesti mirati e (ovviamente) lungimiranti. Altrimenti, a presa rapida, resta valida l’opzione Acquafresca (25) – frenato nelle ultime settimane da un incidente – e pure quella (però onerosa) Floccari (31), che non ha una carta d’identità verdissima.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
