L’addio di Marek Hamsik alla maglia del Napoli sembrava cosa certa. Il capitano azzurro era deciso ad andare a giocare in Cina al Dailan, con un ingaggio quasi triplo dell’attuale. Gli ultimi giorni trascorsi a Napoli dallo slovacco erano stati all’insegna dei ricordi e dei festeggiamenti per i successi raggiunti insieme ai tifosi.
In 12 anni con lui il Napoli ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana; l’unico rammarico è non esser riusciti a vincere uno scudetto, sfiorato appena, dopo l’entusiasmante duello con la Juventus della scorsa stagione. Forse l’affare sfumato all’ultimo minuto potrebbe essere di buon auspicio per la stagione in corso.
Nell’olimpo azzurro
Marekiaro, come lo chiamano i tifosi partenopei, è il giocatore più rappresentativo dell’era dopo Maradona con record di presenze (520) e gol (123). La sua partenza stava per lasciare nello sconforto tutti i supporter del Napoli ed anche molti appassionati di calcio, visto che al giorno d’oggi i giocatori fedeli alla maglia sono sempre meno.
Quando arrivò nel 2007, poco più che ventenne, la prima cosa che chiese fu:”Voglio trovare casa vicino a dove ci alleneremo” dimostrando di essere un grande professionista e un ragazzo semplice. In effetti, in questi anni ha sempre vissuto vicino al centro sportivo di Castel Volturno, a Pinetamare.
In questi anni la sua presenza in campo non è stata mai in discussione, ed è sempre stato un punto di riferimento per i vari allenatori. Potendo giocare sia come ala che come mediano – Mazzarri lo avanzò anche al fianco di Lavezzi – si è sempre dimostrato pronto a sacrificarsi per il bene della squadra.
Lui ha sempre dimostrato un forte legame di appartenenza alla città, e anche dopo aver subito delle rapine non si è mai lasciato andare allo sconforto o alla rabbia. Qui sono nati i suoi tre figli, e qui ha dato il meglio di sé in campo sfoggiando spesso delle acconciature eccentriche.
Prospettive future
Intanto la società guarda al futuro: i prossimi impegni di coppa vedranno la presenza di Younes guarito dall’infortunio. L’intento è di conquistare questo trofeo che manca dalla bacheca del Napoli dalla vittoria in Coppa UEFA nel 1989.
In campionato gli azzurri si trovano stabilmente al secondo posto davanti all’Inter, posizione che gli garantirà l’accesso alla Champions League. I partenopei dovranno cercare di vincere con continuità se vogliono davvero impensierire la capolista Juventus, che con zero sconfitte rimane la squadra maggiormente favorita nei pronostici di vittoria della Serie A.
Nel frattempo, la società ha trovato un accordo con il Comune di Napoli per la gestione dello stadio. Un nuovo accordo che porterà il San Paolo in linea con gli standard europei. Saranno sostituiti i seggiolini e fatti altri ammodernamenti, lasciando a De Laurentiis la possibilità di apportare ulteriori migliorie all’impianto durante i prossimi dieci anni di gestione condivisa.
Calo di consensi
Nonostante l’ottima stagione, il rapporto con i tifosi è stato abbastanza problematico. La media di presenze allo stadio è tra le più basse dell’era De Laurentiis e lo stesso presidente ha recentemente messo i tifosi nel mirino. Li ha accusati di non supportare la squadra e di pensare solo allo scudetto e che nonostante i prezzi bassi dei biglietti fossero solo in 18 mila i presenti contro la Sampdoria.
Un San Paolo mai così vuoto dai tempi della Serie C, la media attuale è meno di 31.400 spettatori, circa 12 mila in meno a partita rispetto all’anno scorso. Una media più bassa si era fatta registrare solo durante la stagione 2005/06, quando il Napoli militava in Serie C1. Tra l’altro, sono passati ben dieci anni dall’ultima volta che gli azzurri furono capaci di richiamare più di 60 mila spettatori in campionato (Napoli-Roma del gennaio 2009).
Il record di stagione è 46.585 contro il Bologna e neppure i big match con Roma e Milan hanno fatto superare i 35 mila tifosi sugli spalti. Si attendono le sfide contro Inter e Juventus, che sicuramente porteranno tanti tifosi napoletani a supportare con orgoglio i ragazzi di Ancelotti e ad allentare le tensioni con la presidenza.
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