Sette giorni per cambiare (un pochino) il Napoli, per dargli ciò che ancora manca (i muscoli e altra materia grigia), per infondere coraggio a se stessi e (magari) anche ad una città che aspetta: la verità, tutta la verità e innanzitutto la verità sono in quella notte tra vivere con il naso all’insù, sperando poi d’incrociar le stelle, perché tra quei trenta-trentacinque milioni d’euro che promette la Champions può esserci la svolta e anche la scossa. Il conto alla rovescia è cominciato e il rintocco del Big ben s’avverte nell’aria: ma c’è il San Mamés, un viaggetto a Bilbao che distrae (e non poco) e un’idea da lasciar germogliare avendo non più percezioni del futuro ma certezze.
LET’S GO. Si (ri)parte con tre opzioni in testa. Welcome in Londra (e dintorni), in quel macrocosmo che pare contenere qualsiasi pensiero che sappia di Napoli, in quel triangolo che si snoda tra il Tottenham, il Liverpool e il Manchester United e che racchiude l’ipotesi di calcio da potersi combinare con il 4-2-3-1 di Benitez. Benvenuti – per la precisione – a White Hart Lane, nel panchetto della tribuna, in quel posto che Sandro Raniere Guimares Cordeiro (25) in arte semplicemente Sandro, sta occupando durante la sfida del Tottenham a Qpr: e vorrà pur dire qualcosa! Il calcio non ha frontiere, strategicamente, e il brasiliano fuori è una scelta che lascia aperta una finestra per la settimana decisiva del mercato, nel quale il Napoli si lancia (dovrebbe) a capofitto, per dotarsi di piedi e cervello e fisicità nella propria metà campo. C’era una volta, Sandro: poi il tempo è scivolato via, ma lui è rimasto lì, disponibile, per una cifra che – raccontano – va assottigliandosi e che però potrebbe gonfiarsi, perché è chiaro che l’eventuale disponibilità del flusso Champions spingerebbe ad avanzare pretese diverse. Però qualcosa si muove nella penombra e nulla nasce per caso, men che meno un’eco al quale, dalla pineta, viene concessa autorevolezza: la tentazione esiste, le qualità del calciatore costituiscono garanzia, le possibilità di inserirlo anche tatticamente non sarebbero discutibili e lo scenario è ancora tutto da definire. La parola al San Mamés.
LESSON TWO. Altrimenti si vira, direzione Liverpool, a casa di Lucas Leiva (27) brasiliano pure lui, ormai europeizzato da una vita in red’s: ha una vita da mediano alle spalle ed una vocazione alla copertura; non ha alcun segreto per Benitez, che l’ha portato in Inghilterra, l’ha svezzato e può tratteggiarlo alla perfezione; ha un contratto da restarci secchi – intorno ai cinque milioni – ma certe vicende, si sa, evolvono con la partecipazione collettiva. E comunque rientra nell’identikit del centrocampista utile per migliorarsi: c’è finito di striscio, ma c’è rimasti anche per assoluta mancanza (?) di interpreti omologabili allo spartito.
STAND BY. Altrimenti, si può sempre aspettare, come buona consuteudine di questo mercato consumato nell’attesa: va monitorata la situazione clinica di Mourane Fellaini (27), la più complicata delle vicende estive, perché diventa problematico pensare che si possa concedere in prestito gratuito un calciatore acquistato appena un anno fa per trentaquattro milioni di euro. E comunque, avendo poi i soldi, magari si può partire da una base d’asta (al ribasso) diversa….Do you speak english?
Fonte: Corriere dello Sport
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