Ciak, si gira pagina, si va oltre il Porto e si riparte da lui, da Jorge Luiz Frello Filho, cinque milioni di euro per la metà e altri cinque già pronti per prendersi per intero (dal Verona) il centrocampista moderno che sa costruire e anche interdire: un tocco e via, per ritrovar se stessi, per ricominciare facendo finta di niente, perché in fin dei conti è calcio ed è così che va e adesso c’è ben altro da fare, c’è un’altra Europa da conquistare, perché la voglia matta di «provarla» d’azzurro vestito cresce e in quei novanta minuti, volendo, si riesce a rimediare la ceralacca per chiuderla qui, almeno con la Fiorentina, per liberarsi da un incubo e pure d’un fardello per un finale che può essere concentrato attorno al secondo posto ad esempio. Jorginho è il faro che illumina, una luce per uscire dalle tenebre e della malinconia, il ponte utilizzato in nove partite (e un gol, alla Roma, in Coppa Italia) per consegnare il Napoli ad una identità più definita, geometrica e tecnicamente avanzata. Sliding doors: aprite quelle porte, danno (praticamente) sulla Champions ed è proprio un bel vedere.
Fonte: Corriere dello Sport
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