Dal ritiro della Nazionale italiana ha parlato in conferenza l’ex azzurro Jorginho. Ecco le sue parole:
Sulla filosofia di gioco comune tra Sarri e Mancini. “Sono due allenatori che vogliono giocare in maniera simile, tentano di utilizzare le caratteristiche di gioco, è un buono stile di gioco”.
Sull’eventuale addio di Sarri. “Credo di sì, anche per il lavoro svolto, sicuramente positivo. Al di là delle critiche che ci sono state, siamo arrivati terzi, vinto la Coppa, finale di Carabao Cup. Penso sia stata una prima stagione positiva”.
Sulla convivenza con Verratti. “Mi trovo molto bene, le nostre caratteristiche sono compatibili. Credo che ci possa dare una mano”.
Sullo scetticismo per Jorginho e Sarri in Premier League. “Le critiche sono arrivate, probabilmente per la loro cultura non erano abituati a vedere un giocatore come me davanti alla difesa, meno impatto fisico ma più lettura e gioco. Per loro è stato diverso, quando i risultati non sono arrivati hanno puntato il dito. Ho sempre creduto in quel che ho fatto, ho lavorato molto, alla fine tutto è venuto fuori, ho dimostrato che si sbagliavano su di me”.
Sulle differenze. “In Inghilterra c’è un’intensità molto più alta, impari tanto a livello agonistico. Io ho imparato molto di più a difendere, in Italia facevo molto meno. Devi per forza imparare a giocare così. Le altre squadre non avevano paura di attaccare, di portarsi in avanti. Diventa anche una partita più aperta”.
Sui miglioramenti. “Avere lavorato con giocatori di un certo livello credo abbia aiutato a imparare, a crescere. Il coraggio per vincere la Champions? Quando ci sono certe partite, in Italia, le avversarie entrano già sconfitte, non credono alla vittoria. Manca questa mentalità, gli italiani pensano più a pareggiare”.
Sul significato di Sarri alla Juventus, da ex napoletano. “È normale sia così, il popolo napoletano ce l’ha come mister del cuore. Sappiamo com’è il popolo, è molto caloroso, ti dà tutto. Per loro potrebbe essere un tradimento. Sono fatti così. Poi vedremo cosa succederà”.
Sull’esperienza nelle coppe. “Chi gioca in Champions e in Europa possono dare qualcosa, ma pure noi possiamo imparare per migliorare, dai giovani. Per fare grandi cose con questa maglia. Tutti devono dare il loro contributo”.
Su un eventuale ritorno in A. “Sicuramente l’Italia manca. Un giorno vorrei tornare, sinceramente, amo questo paese, mi piace e mi piacerebbe vivere ancora qui”.
Sulla partita con la Grecia. “Sarà difficile, hanno una squadra di palleggiatori, hanno sempre avuto il possesso nelle ultime partite. Dovremo correre, però andremo lì per cercare di vincere. Una vittoria fuori casa sarebbe bella e importante per noi”.
Sulle differenze. “In Inghilterra vanno sempre a mille. Però hanno cattiveria agonistica, la voglia in ogni contrasto e ogni corsa è diversa”.
Sul Verona tornato in A. “Sono molto felice, per la piazza che è dovrebbe essere sempre in A”.
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