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Italo Cucci: “È solo l’inizio della festa”

Napoli è Fiabilandia. Quel gran furbo di Mazzarri, rallegrato dall’essere identificato come l’antipaticissimo leader dell’antipatico Napoli (reazione intelligente del mister alla battutaccia di Marchisio) non solo riconquista il popolo azzurro con le vittorie su Siena, Roma e Palermo ma si permette anche, nel gran finale, di esibire il suo ultimo gioiello, Roberto Insigne, quasi a festeggiare il gol di Lorenzo che ha già dato il via al coro strappacuore del San Paolo. Questo è il calcio più bello, all’insegna della giovinezza salvatrice di un campionato che si temeva compromesso dalla crisi economica. Mentre guitti, nani e ballerine s’agitano fra Spread e Imu promettendo meraviglie e intanto i giovani italiani vanno ad ingrossare le file dei disoccupati, il calciofolle affronta il presente e costruisce il futuro all’insegna dei giovani, dandogli fiducia, gettandoli nella mischia senza paura, rifiutando la logica degli sceicchi plutocrati e dei finti mecenati cinorussi che si gettano avidamente sui Cristiano Ronaldo e sugli improbabili Top Players euromilionari. L’Inter che sta perdendo il ricco Snejider per incassare i dobloni d’oro del Galatasaray manda in campo Marco Benassi, diciott’anni e la padronanza del campo di un veterano. E se il torneo offre nuove e più concrete speranze al Napoli e alla Lazio, il merito è del signor Donadoni che, ingiustamente ferito da un’autorete di Biabiany, al 70′ toglie l’improduttivo Amauri e manda in campo Nicola Sansone, ventun’anni, emigrante di ritorno e già protagonista dei successi sul Torino e sull’Inter, autore del felicissimo gol che frena la Juve già fermata da un altro ragazzo italoargentino: Icardi. Antonio Conte si colpevolizza, e ha ragione: dopo aver conquistato l’Italia e mezza Europa (primo nel girone di Champions) s’è dato al turnover, forse sentendosi strapotente come da tempo va dicendo la critica più rumorosa. Amo il paradosso e da sempre deriso dai sapientoni vado dicendo – invece – che la Juve è la più pericolosa avversaria del Napoli “da scudetto”; suggerisco ovviamente riti scaramantici e gesti apotropaici (immaginate quali) ma ribadisco: la festa non è finita. Il Napoli c’è e può migliorare. Sono arrivati Calaiò e Armero (ma Mazzarri ha scelto Insigne jr…): se non tornano Cannavaro e Grava, De Laurentiis porti a casa un bel difensore.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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