Attraverso i microfoni della Gazzetta dello Sport l’ex ct della Nazionale Giampiero Ventura si è sfogato così:
“Non ho trovato un senso a questa esclusione. Ho sempre pensato che l’essere conti più dell’apparire e il mio progetto stava andando bene. Tutto ha funzionato fino alla Spagna, dopo quella gara è partita una demolizione senza precedenti, un delitto premeditato. Fino alla Spagna ho fatto l’allenatore della Nazionale, dopo ho fatto il pungiball. Non sono mai stato ct, perché è una figura istituzionale rispettata e sostenuta come io non sono mai stato. Non me ne sono andato perché sentivo che nonostante tutto ce l’avremmo fatta. Dovevo dimettermi per tanti motivi. La doppia sfida con la Svezia? Sembrava non si aspettasse altro che una caduta. C’era un clima da resa dei conti. Bastava arrivare uniti, qualificarci e poi salutarci, cosa che avevo già preannunciato di fare. Insigne? Con me ha sempre giocato, ho fatto una valutazione in base all’avversario ma stia sicuro che se avesse giocato, il problema sarebbe stato El Shaarawy o un altro. Balotelli? Sarebbe stato convocato per le amichevoli contro Argentina e Inghilterra. Lavoravamo per farlo rientrare. Mi auguro che si torni a rispettare l’uomo Ventura oltre che il tecnico. Sulla correttezza e serietà nessuno puà contestarmi e da lì riparto”.
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