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Il Napoli riporta a casa Insigne

Il ragazzo di Frattamaggiore sarebbe l'erede di Lavezzi

L’ora X sta per scattare e stamani sarà veramente un altro giorno: si comincerà all’alba, con Riccardo Bigon che “debutta” al mercato, e per farlo sceglie di lanciare il suo sguardo nel futuro, prenotandolo con Lorenzo Insigne. Il mercato entra nel vivo, gradualmente: ma il primo passo serve per rinforzare il progetto, per continuare a credere in se stessi, per pianificare costruendo un ponte che consenta di restare tra le stelle. Si scrive Insigne e però si legge Napoli, persino in dialetto, perché l’idea della prima ora, quasi all’alba, conduce dritto al cuore di quello scugnizzo che ha incantato a Pescara (dopo averlo fatto a Foggia) e che rappresenta la prospettiva entusiasmante nella quale credere.

L’APPUNTAMENTO – Le dieci, o giù di lì: si vedranno all’ Hilton, l’epicentro estivo del footbal nostrano, la fiera dei sogni in cui Lorenzo Insigne viene catapultato (virtualmente) dai suo manager Ottaiano & Andreotti, attesi da Bigon per discutere del contratto, per verificare (concretamente) il grado di fiducia conquistato da quel genietto esaltatosi con Zeman ed ora proiettato ad accogliere e condividere (con Pandev, con Vargas) l’eredità di Lavezzi.
LA PRIORITA’ – Diciamoci tutto: s’usa così, in casi del genere. E, per cominciare, il Napoli scoprirà che la precedenza gli è inevitabilmente, sentimentalmente concessa da un figliol prodigo che sta aspettando il momento buono per tornare alla casa-madre e poi viverla da protagonista, senza pretese e senza presunzione, però con l’orgoglio del senso d’appartenenza e la consapevolezza di poter recitare d’attore, zoccolo duro d’un discorso affidato ai manager: «Non siamo venuti qui per battere cassa, ma semplicemente per capire quanto il Napoli creda in Lorenzo». 

MONEY, MONEY – I soldi non sono tutto e però aiutano a starsene meglio, a dare anche un significato tangibile alla propria professionalità, ad assaporare la crescita d’uno status professionale che resta in fase d’evoluzione e va arricchito (innanzitutto) sul campo e con ulteriori sacrifici. L’Insigne attuale, il campioncino in erba che De Laurentiis, Bigon e Mazzarri vogliono far maturare nel Napoli tridimensionale, ha un accordo scadenza 2016 con ingaggio a scalare partito dai 70mila euro della stagione passata e destinato ad arrivare sino a 90mila “strappati” nel giugno del 2011 dai procuratori. «Il Napoli, ovviamente, è una scelta di cuore. Lorenzo è felice, sa che ci sono tre club italiani e tre stranieri che lo vorrebbero acquistare ed altri che lo prenderebbero volentieri in prestito; ma qui è un’altra cosa: ci basta avere solo la conferma che in lui si creda». 

L’AZZURRO “NAZIONALE” – Le dimostrazioni abbondano: nelle dichiarazioni “d’intenti” di De Laurentiis, nel desiderio di Mazzarri di verificare in ritiro -e senza pressioni, né scadenze- la versatilità di quel gioiellino, nel “carattere” d’urgenza che Bigon concede alla pratica del rinnovo (contratto prolungato fino al 2017), elevandola a mossa d’apertura del suo mercato, incentrato in mattinata solo intorno ad Insigne, che ha occhi per sognare senza limiti di poter inserire nel nuovo contratto una serie di premi a prestazione -le presenze, i gol- ma soprattutto un cadeau particolare da incassare il giorno in cui dovesse arrivare la convocazione in Nazionale. Fidarsi è bene e può essere pure meglio…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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