La testa va sempre lì, in quella terra sterminata, una miniera a cielo aperto: si scrive Buenos Aires ma sarete sempre costretti a leggere Napoli o a intravedere un legame solido, inattaccabile, come un cordone ombelicale. E poi si pensa al Sud America e sempre il Napoli ci si ritrova: perché gli osservatori preferiscono andare sul sicuro, fidarsi delle segnalazioni, insistere sulla fertilità d’un universo che raramente s’inaridisce. Il mercato è un esterno, innanzitutto; ma poi, in prospettiva, c’è altro ancora, c’è la volontà di De Laurentiis di acquistare ( «La nostra bottega è sempre aperta, perché si potrebbe decidere di ingaggiare qualche promessa e poi lasciarlo crescere altrove» ) e c’è un data base ricca di nomi che stanno richiedendo sondaggi.
SVOLTA A DESTRA – Dipende, quindi, da Federico Balzaretti (31), l’esterno ambidestro sul quale Mazzarri crede ciecamente: il Napoli s’è speso, eccome, sollecitando Zamparini; poi ha lasciato che il fludificante riflettesse su se stesso, sulle proprie possibilità di andare al Psg per stare al fianco della moglie o sul desiderio di rimanere a Palermo. C’è una data simbolo per definire la strategia ed è Ferragosto, ma ci sono pure opzioni diverse da sondare. Tra le pieghe dei quindici giorni di Dimaro, è emersa la volontà (tattica) di ripensare alle strategie tattiche e di mercato: a sinistra, Mazzarri sa di avere Zuniga & Dossena, coppia affidabilissima e varia; a destra, oltre a Maggio, può essere dirottato Zuniga, oppure si potrebbe intervenire. Ezequiel Schelotto (23) rientra nell’identikit tracciato dal presidente ( «Se Balzaretti dovesse restare dov’è, potremmo dirottare le nostre attenzioni su un ventiduenne» ) e quell’anno di troppo rispetto alla confessione non altera l’idea. Schelotto, dunque: di nuovo lui, un pensierino buttato lì da Bigon, poi rimasto sommerso dall’affare Gamberini-Behrami. Essere argentino è un vantaggio e Schelotto, che fa la fascia come un indemoniato, rappresenta la tentazione stuzzicante per il laboratorio di Mazzarri.
BRASILE – Oh Sudamerica: l’Argentina, il Cile, l’Uruguay, la Colombia; e il Brasile? Era da un po’ che non s’avvertivano spifferi da laggiù ma poi è spuntato Oliveria dos Santos Wallace (18), gioiellino della Fluminense, esterno naturale, un diamante ritenuto incedibile. I primi contatti sarebbero stati infruttuosi, però il Napoli viene ritenuto sempre attento agli sviluppi della situazione e resta vigile: il destino del ragazzo è in mano al suo club, che non ha necessità di liquidità ma che è pressato dalla scadenza del contratto del proprio talento, 30 giugno 2014. Conviene intervenire e rinnovare, per non rischiare che nell’estate prossima, ad appena diciannove anni, sia impossibile ottenere la firma del giovanotto.
ANCORA LUI – Eppure tornano, da un mercato all’altro: nell’estate del 2011, proprio mentre il River Plate scivolava in B, cominciò un lento appostamento, ci furono scambi di opinioni, si dialogò senza approfondire di Ezequiel Adrian Cirigliano (20), un Mascherano in sedicesimi. L’età conta, eh sì, e pure l’esperienza: sono passati dodici mesi, il River Plate è risorto e Cirigliano viene accostato ancora al Napoli, che ha abbondanza nel mezzo e che però, ripetendo le frasi di De Laurentiis, «potrebbe intervenire poi far crescere altrove» .
A TUTTO OCAMPOS – Ma il «fenomeno» argentino viene considerato Lucas Ocampos (18), pure lui al River Plate. E’ la punta di diamante e il negoziato complicato ha bisogno di frequenti sollecitazioni: avendo intuito che in quel ragazzo c’è del buono, il Napoli s’è messo in fila, s’è fatto sussurrare la valutazione (intorno ai quattordici milioni di euro) ed ha deciso di meditare, rivedendosi intanto i dvd, rileggendo le relazioni degli inviati speciali in Argentina e provando ad immaginare dove possa essere eventualmente inserito un genietto così eclettico, un po’ mezzapunta e un po’ esterno. Però, fate un po’ caso, non ci fosse Balzaretti, sarebbe un festival sudamericano…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.