DIFESA – La figura più aderente all’idea del Napoli, lì al fianco di Albiol, è inaspettatamente quella di Mateo Pablo Musacchio (24 ma ad agosto), un gigante sudamericano di stanza al Villarreal, una certezza per pianificare investendo su certezze in età verde. Musacchio è divenuto il centrale di riferimento sul quale spingersi e per il quale industriarsi in trattativa non ancora avviata.
L’ESTERNO – Ma la svolta è a sinistra, a sorpresa: perché la pole, in quella corsia, l’ha guadagnata Aleksandar Kolarov (28 compiuti un mesetto fa), mica uno qualsiasi. La figura è da top player, le difficoltà di strapparlo al Manchester City non sono elevatissime, ma la cronaca è in questa conversione sull’ex laziale, il soggetto giusto per fare l’ennesimo salto di qualità. Kolarov è il dominatore della fascia (nelle intenzioni) ma se la realtà dovesse indurre a indietreggiare, ricomparirebbe come possibilità il genoano Antonelli (27 a febbraio), sul quale c’è un’opzione (diciamo così) morale.
CENTROCAMPO – Tutti in fila però alle spalle di Blasi Matuidi (27), che si svincolerà nel prossimo giugno e che vorrebbe godersi Parigi e la Champions per il prossimo semestre: il Napoli c’è, eccome, ed aspetta di capire come e se possa evolvere la situazione. Però un salto in Spagna è stato fatto: per acquisire nozioni su Daniel Parejo (25 ad aprile) del Valencia, l’eclettico centrocampista buono per qualsiasi uso. Fernando (27 a luglio) è nella stessa situazione di Matuidi, ma viene dopo nelle gerarchie attuali.
OH ERIK – Ma il sogno eccolo qua: Erik Lamela (appena 22 a febbraio) ha tolto il sonno a De Laurentiis, ha incantato Bigon, stordisce pure il compassato Benitez. Il Napoli s’è interrogato sull’opportunità (gli esterni non mancano), è consapevole della complessità dell’operazione d’un calciatore pagato appena nel giugno passato trenta milioni di euro: se il Tottenham dicesse sì per un prestito… Lamela del desiderio è lo stesso che ha spinto De Laurentiis ad offrire (e mica tanto tempo fa) 40 milioni per averlo assieme a Marquinhos. Fu impossibile quella volta ma chi lo sa adesso. Sotto l’albero c’è posto….
Fonte: Corriere dello Sport
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