Manolo Gabbiadini alla fine resterà a Napoli. Diciamolo: a malincuore. Perché il bomber che non sorride mai, è stato sballottato ovunque in questo mercato e quasi sempre come pedina di scambio: per Kalinic con la Fiorentina o per Icardi con l’Inter. Alla fine si darà un pizzicotto sulla pancia: voleva andar via e il suo procuratore Pagliari lo ha detto in ogni lingua del mondo a Giuntoli. E il Napoli non lo voleva trattenere, tant’è che fino all’ultimo secondo ha provato a prendere persino Pavoletti dal Genoa («De Laurentiis mi ha offerto 21 milioni ma io non voglio andare in serie B», ha detto Preziosi) e Bony del Manchester City. E invece no: Sarri riparte da lui ed è il caso che i due, quando Manolo tornerà dal ritiro con la Nazionale, tornino a parlarsi con chiarezza. Bene, ora Sarri deve recuperare Gabbiadini e non farlo sentire un rincalzo. Come adesso si sente. Un compito non proibitivo. In fondo, anche come vice Higuain non ha mai tradito in fase realizzativa: non è un leader, non è un trascinatore, ma è un attaccante che merita una grande occasione in questo grande Napoli. Sarri deve fargli capire che non è l’alternativa a Milik, che non scenderà in campo nelle gare che non contano nulla o quando il polacco sarà stanco. E quindi nei prossimi giorni con Pagliari si parlerà di un nuovo stipendio da circa 2,7 milioni netti a stagione che lo aspetta. Quello che conta è che adesso Gabbiadini si liberi dai fantasmi che albergano dentro di lui e trasformi la delusione per non essere andato via in qualcosa di positivo.
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