Il giallo nell’azzurro. Perché nella mattinata di ieri sono iniziate a circolare voci relative a un incontro tra Mertens e alcuni presunti emissari inglesi arrivati da Manchester. Un incontro avvenuto alla luce del sole, nella hall di un hotel in pieno centro città, ma che non poteva sfuggire agli occhi indiscreti. Un incontro durato circa un paio d’ore: dalle 9 alle 11 del mattino. Poi l’attaccante belga ha scelto di pranzare con gli amici per provare a distrarsi un po’ dall’amarezza della gara di martedì sera contro il Real Madrid. Eppure l’entourage del giocatore ha prontamente e fortemente smentito ogni forma di incontro tra Mertens e possibili intermediari di squadre estere, precisando che il giocatore era in hotel solo ed esclusivamente per motivi personali. E a questo punto il giallo si infittisce eccome, perché non è poi una novità il fatto che il rinnovo del contratto di Mertens con il Napoli sia ancora in alto mare. Eppure un mese fa sembrava cosa fatta, con il club azzurro che metteva sul piatto una cifra pari a 2,4 milioni di euro con annessi bonus stagionali fino al 2021. Ovvero il doppio rispetto allo stipendio attuale di Mertens che è pari a 1,2 milioni. Ma niente da fare. Ad oggi quella firma sul nuovo contratto non c’è ancora. Perché evidentemente le condizioni offerte dal Napoli non rispecchiano al cento per cento i desiderata dell’attaccante belga. Colpa – o forse merito, a seconda dei punti di vista – della stagione «monstre» di Mertens, che nell’arco di sei mesi ha dismesso i panni del dodicesimo uomo da alternare con Insigne per il ruolo di esterno a sinistra, per indossare quelli del falso nove insostituibile grazie al quale il Napoli ha costruito le sue ultime fortune. I numeri (non solo il 12 e il 9) sono tutti dalla sua parte e parlano chiaro. Sono 34 le gare giocate in stagione per un totale di 2321 minuti: un lasso di tempo durante il quale Mertens è stato capace di segnare la bellezza di 23 gol e confezionare anche 11 assist. Dici poco, se si considera che lui la prima punta non l’aveva mai fatta prima. Spirito di adattamento da camaleonte vero: buono per ogni occasione e capace di calarsi in un ruolo (non suo) come nessun altro. Intuizione di Sarri, certo, ma anche bravura individuale.
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