Ci vuole un fisico bestiale: e, se non vi basta, pure un curriculum imponente. Ci vuole un bodyguard per allargare (e allungare) il parco-corazzieri: uomini che non devono chiedere mai. Ci vuole un gigante, però buono: di piede, d’anticipo, d’esperienza, capace d’uscire con autorevolezza e semmai tentare d’impostare e poi pure in grado di abbassare i rischi sulle cosiddette palle inattive, il tormento primaverile. Ci vuole, in sintesi, un tipetto alla Martin Skrtel (28), la sintesi di tutto ciò che occorre in una retroguardia che Mazzarri ha già plasmato a propria immagine e somiglianza e che per essere integrata richiede sforzi assai particolari: qui serviranno special one, perché la normalità è bandita, avendo gli interpreti attuali il gradimento assoluto del proprio allenatore. Le gerarchie son state stabilite nel tempo: De Sanctis tra i pali e questo si sa e resta indiscutibile; davanti: a sinistra, Aronica resta il riferimento, l’espressione del codice-Mazzarri che deve trasmettere a Britos, il concorrente da «rivalutare» a dodici mesi di distanza dalla spesa di sette milioni e passa di euro, gli input necessari; in mezzo, il baluardo è Paolo Cannavaro, il capitano e anche la bandiera, a modo suo – con calma, senza eccedere – il leader del settore alle spalle del quale deve crescere e maturare (ulteriormente) Federico Fernandez, nel quale l’allenatore crede, nonostante il relativo minutaggio dell’anno scorso, e sul quale vuole intervenire in maniera decisa, cogliendone i miglioramenti annunciati; e poi a destra, l’omologo di Campagnaro. Non c’è dubbio: Skrtel, che ha caratteristiche differenti ma un’autorevolezza spiccata, s’è staccato rispetto al gruppo dei concorrenti: alle spalle, per ora, resiste Diego Godin (26) uruguaiano dell’Atletico Madrid, che ha capacità tecniche rilevanti ma che, come il collega slovacco, costa una tombola. La crisi esiste ma al mercato viene elegantemente ignorata: il Napoli s’è messo a far due conti e per arrivare a Skrtel servono dodici milioni di euro, qualcosina in meno per il sud americano. Comunque, una cifra. Nella scia restano soluzioni alternative: Mehdi Benatia (25) è quella vagheggiata a più riprese, sino a quando l’Udinese non ha sussurrato che preferisce tenerlo; e la quarta ipotesi, Alessandro Gamberini (32), risulta invece in controtendenza con le abitudini di un intervento che intende privilegiare non solo l’aspetto tecnico-economico, ma pure quello anagrafico.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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