ROMA, 11 agosto – Serviva un’idea nuova, una mossa a sorpresa che rimettesse tutti in gioco, azzerando gerarchie e privilegi interni: l’Olympique Lione ha scelto un tecnico esordiente e ambizioso, Remi Garde, molto stimato da Arséne Wenger, per ricaricare le batterie e ritrovare la strada del successo. Dopo aver conquistato sette scudetti di fila, dal 2001 al 2008, con quattro allenatori diversi (da Jacques Santini a Paul Le Guen, da Gerard Houllier ad Alain Perrin), i meccanismi si sono inceppati e il Lione ha fatto registrare nelle ultime tre stagioni una preoccupante flessione. Interrotto il rapporto con Claude Puel, che nel 2000 aveva vinto il campionato e la Coppa di Francia con il Monaco, il presidente Jean-Michel Aulas ha puntato su Garde, 45 anni, ex difensore del Lione, dello Strasburgo e dell’Arsenal. Ha preferito l’esuberanza e la freschezza di un debuttante alla possibilità di ripiegare su qualche nome più esperto. Garde è stato un discreto calciatore: ha partecipato all’Europeo del 1992 con la Francia, guidata all’epoca dal ct Michel Platini: ha avuto come compagni Emmanuel Petit, Laurent Blanc, Didier Deschamps, Jean-Pierre Papin, Eric Cantona e Basile Boli.
IL PRELIMINARE – Il terzo posto in Ligue 1, alle spalle dei campioni del Lilla e dell’Olympique Marsiglia, non ha permesso a Puel di ottenere la conferma. E così, dopo una breve pausa di riflessione, il Lione ha deciso di affidarsi a Garde, che si giocherà dopo Ferragosto subito la qualificazione alla fase a gironi di Champions League affrontando i russi del Rubin Kazan, dove si è trasferito il difensore italiano Salvatore Bocchetti, ceduto dal Genoa nella scorsa estate.
DOPPIO OBIETTIVO – Ritrovare lo spessore e il prestigio di un tempo, ma soprattutto rivalutare una serie di investimenti pesanti che finora non hanno prodotto risultati significativi: ecco il doppio obiettivo del Lione, che negli ultimi anni non ha recitato una parte di spicco solo sul mercato in uscita (da Karim Benzema a Hatem Ben Arfa), ma ha speso anche parecchi soldi per acquistare il portiere Hugo Lloris, il terzino sinistro Aly Cissokho, il centrocampista bosniaco Miralem Pjanic, l’esterno brasiliano Michel Bastos e il suo connazionale Honorato Ederson, mezzala, il trequartista Yoann Gourcuff, gli attaccanti Lisandro Lopez (argentino) e Bafetimbi Gomis.
LARGO AI GIOVANI – Nel progetto di Garde, che ha debuttato in Ligue 1 vincendo per 3-1 sul campo del Nizza, dovranno trovare gradualmente spazio una serie di giovani. C’è il desiderio di tornare a costruire in casa una generazione di talenti di prima fascia. Si spiega così l’inserimento in organico del difensore Thomas Fontaine (1991), impegnato con la nazionale francese al Mondiale Under 20 in Colombia, dei centrocampisti Sidy Konè (1992), Rachid Ghezzal (1992, fratello di Abdelkaer, ora al Bari) e Clement Grenier (1991), degli attaccanti Ishak Beldofil (1992), Alexandre Lacazette (1992) e Gregory Puel (1992).
IN PRIMA FILA – Un ventaglio di giovani per aiutare il Lione a rilanciarsi in tempi brevi, dopo aver assistito in campionato ai successi del Bordeaux (2009), del Marsiglia (2010) e del Lilla (2011). E nel rinnovamento radicale avviato da Garde sta trovando risalto un mediano, Maxime Gonalons, ventidue anni, che potrebbe essere convocato presto in nazionale dal ct Laurent Blanc. Un centrocampista di sostanza, che lavora soprattutto in fase difensiva: è forte nei contrasti, robusto nel fisico (un metro e 87 per 77 chili), copre ogni varco, arretra sulla linea dei centrali quando la squadra è in sofferenza. Garde lo ha schierato subito nel blocco dei titolari a Nizza e Gonalons è riuscito anche a segnare il gol del definitivo 3-1, dopo i sigilli di Lisandro Lopez e Gomis.
LA STORIA – E’ nato a Venissieux il 10 marzo del 1989. Ha fatto parte della Francia Under 21: il 13 novembre del 2009 ha collezionato la sua prima apparizione contro la Tunisia (1-1). Garde lo considera il gregario ideale per esaltare le qualità di giocatori di classe come Gourcuff, Pjanic, Ederson e Kallstrom. Gonalons è forte di testa, una dote che sfrutta in occasione dei calci piazzati. Sono due anni che è nel giro della prima squadra, ma è diventato titolare con Garde. Puel lo aveva lanciato nell’estate del 2009 contro l’Andelercht, nel preliminare di Champions League, e il 12 settembre del 2009 lo aveva fatto esordire in Ligue 1 contro il Lorient (1-0, gol di Michel Bastos). In due anni ha totalizzato in campionato trentanove gare e due gol (il primo lo aveva segnato in trasferta al Nancy). Tredici le presenze in Champions League: il ricordo più bello risale al 20 ottobre del 2009, quando ha aiutato il Lione a battere il Liverpool per 2-1 ad Anfield Road. Gonalons aveva firmato la rete del pareggio, dopo il vantaggio di Beneyoun: a decidere la sfida era stato poi l’argentino Delgado al 91’. Una carriera che sta prendendo una piega importante, ma che solo quattro anni fa stava finendo in tragedia. A causa di una grave infezione, Gonalons era rimasto fuori a lungo rischiando addirittura l’amputazione di una gamba.
IL NAPOLI LO STUDIA – Gonalons è cresciuto nella scuola-calcio del Villefranche e nel 1999 è arrivato al Lione. Ha un contratto fino al 2014 e il suo procuratore è Frederic Guerra. Costa tra i quattro e i cinque milioni di euro. Piace in Inghilterra: Tottenham e Aston Villa lo hanno fatto visionare diverse volte. Il mediano viene tenuto sotto osservazione anche dal Napoli, come ha dichiarato recentemente il manager Frederic Guerra. Nel Lione ha cominciato a farsi largo con Puel in panchina. A facilitare la sua crescita era stata la scelta del tecnico di spostare Jeremy Toulalan in difesa, liberando così una casella a centrocampo. Un Lione che ora è ripartito senza Toulalan, ceduto a giugno per undici milioni di euro in Spagna, al Malaga.
LE CARATTERISTICHE – Grinta e pressing, corsa e spirito di sacrificio, ma Gonalons è anche in grado di partecipare alla costruzione della manovra. Sposta il gioco sulle fasce, esalta il movimento degli esterni, cerca la soluzione semplice, il passaggio più logico, è un centrocampista concreto, massiccio, dal rendimento affidabile. E’ la pedina giusta che va a completare il lavoro di un regista, di una mezzala, perché ha senso della posizione, forza d’urto, disciplina, maturità. Non inventa, ma protegge il settore e garantisce equilibrio. Può agire con un altro mediano in un 4-2-3-1 e anche in una linea a tre. Il ct Blanc, che ha giocato in Italia con il Napoli e l’Inter, si prepara a provarlo in nazionale.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
S.D.
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