Il passato, talvolta, ritorna. Rafa Benitez, nella sua seconda esperienza italiana, sta rivedendo gli spettri della negativa annata con l’Inter. Per ora, il tecnico è ben saldo sulla panchina del Napoli, vincolato da un contratto pesante (3,5 milioni di euro). Ma rumors già fanno filtrare l’eventuale exit strategy, la stessa attuata con i nerazzurri nel dicembre del 2010: Benitez potrebbe scegliere di accordarsi con De Laurentiis sugli ultimi emolumenti spettanti, come capitò con Moratti, senza gravare ulteriormente sul bilancio societario. Una sorta di compromesso tra le dimissioni e l’esonero.
Perché il punto dolente, aldilà dei risultati che non arrivano è proprio quello del bilancio. Il Napoli, dopo 7 esercizi consecutivi chiusi in utile, potrebbe iniziare a vacillare in maniera importante. Gli investimenti fatti lo scorso anno (100,5 milioni solo per gli acquisti, senza contare i nuovi ingaggi) si stanno scontando anche su questo bilancio, con gli ammortamenti dei cartellini acquistati lo scorso anno che pesano su un bilancio che non annovera attivi pesanti derivanti da cessioni di pezzi pregiati.
Questa stagione il passivo potrebbe sfiorare i 20 milioni, con introiti poco superiori, senza Champions, ai 100 milioni, e le uscite vicine ai 120. Conti che hanno necessariamente stretto i cordoni della borsa di De Laurentiis: il patron sa bene come potrebbe iniziare ad incidere il fair play finanziario anche sul suo club, non vuole rischiare di avvicinarsi ad un passivo di 45 milioni (quello previsto come soglia per questa stagione) che farebbe scattare le prime indagini e le prime sanzioni da parte degli organi preposti dalla UEFA.
In tal senso, però, procede anche il ragionamento con Benitez: senza ulteriori entrate (potrebbe esser fondamentale il viaggio di De Laurentiis negli States) ed una soglia di debito accettato dal FPF che si abbasserà sempre più nei prossimi anni, il progetto di crescita si ferma così come impostato con il trainer spagnolo nel maggio 2013, che, per questo motivo, potrebbe scegliere di interrompere il suo rapporto col Napoli anche prima della scadenza del suo contratto, fissata a giugno 2015.
Guardando al futuro, con uno scenario ridimensionato sembra difficile poter arrivare a Luciano Spalletti(ancora sotto contratto con lo Zenit e che guarda con maggiore interesse ad un ritorno nel campionato russo) o a Roberto Mancini. L’ex tecnico del City ha voglia di rimettersi in gioco e l’ipotesi Napoli non rappresenta una priorità ma, al momento, neppure un’idea da scartare.
Intanto, Bigon e lo scouting si stanno muovendo per scovare giovani già affermati ma da portare in azzurro per una definitiva consacrazione, prescindendo da chi sarà alla guida del progetto tecnico. L’obiettivo principale è il brasiliano Alex Sandro: il terzino mancino del Porto è considerata la vera garanzia per i prossimi anni. Classe ’91, percepisce uno stipendio di 1,2 a stagione con un contratto fino al 2018.
Parte del cartellino, però, appartiene ad un fondo d’investimento ed i dirigenti azzurri hanno già fatto un sondaggio con la Boavista Consulting, la società che gestisce il calciatore extracomunitario. Il costo del cartellino è alto, almeno 15 milioni, ma l’interessamento del Galatasaray per Zuniga potrebbe agevolare lo sviluppo simultaneo delle trattative.
Per la difesa, invece, piace Terence Kongolo, classe ’94 del Feyenoord. Già convocato nella nazionale olandese, è stato inserito nella lista per i Mondiali. Costa 5 milioni ed ha un contratto fino al 2017: un sondaggio è stato già fatto con l’agente del centrale, Jonathan Barnett, che ha spiegato come ci sono già club di Premier che stanno attenzionando il suo assistito.
Fonte: goal.com
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