Addio comproprietà, adesso è l’ora del prestito con obbligo. Di riscatto. Una sorta di acquisto a titolo definitivo con pagamento dilazionato. Il caso-Dodò è emblematicodi questa nuova moda, adesso formalmente praticabile anche in Italia, non solo in Europa. Ci sono però obblighi e obblighi. Nella vicenda del brasiliano prestato per due anni all’Inter, Ausilio e Sabatini hanno ottenuto quello che volevano. Il ds dell’Inter, sicuro del recupero fisico di Dodò, ha ottenuto di versare la parte più importante della cifra (7.8 milioni) d’acquisto dal 2016 al 2019. Quello giallorosso ha legato il pagamento ad una sola presenza ufficiale, in modo da ottenerne 9 sicuri per una plusvalenza di tutto rispetto, su un giocatore che Garcia non vedeva bene. Ci sono poi obblighi legati al rendimento del giocatore. Per esempio, Lucas Leiva adesso tra Liverpool e Napoli. Bigon vuole accontentare Benitez che stima molto il brasiliano, ma solo in prestito a causa dei troppi contrattempi fisici avuti ultimamente con i Reds. Che accetterebbero questa formula, con la condizionale, legando l’eventuale acquisto definitivo di Leiva a un certo numero di presenze (non una, come per Dodò). Della serie: se Lucas gioca vuol dire che sei soddisfatto e allora a fine stagione me lo compri. Il mercato adesso viaggia su questi binari, prima in Italia i prestiti con obblighi erano solo patti morali tra presidenti, a volte non rispettati per sopraggiunti problemi (il brasiliano Mancini tra Milan e Inter, il primo che ricordo a memoria). Adesso, si possono depositare, i club sono più garantiti su possibili retromarce. E le comproprietà, istituto ormai solo italiano, definitivamente in pensione.
Fonte: Gianluca Di Marzio per calciomercato.com
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